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Borgosesia: chiude i battenti la lavanderia Everest, prima in città

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Lo storico servizio aveva aperto in via Dottor Ferro, ora è in via Della Bianca

Ultimi giorni di lavoro per la lavanderia Everest di Borgosesia, che il 31 dicembre chiuderà l’attività. Con sede prima in via dottor Ferro e da dodici anni in via Della Bianca, la Everest è stata la prima lavanderia della città. L’attuale titolare, Mariangela Borgo, è subentrata nella conduzione una trentina di anni fa, e ha proseguito il suo percorso professionale con una passione che non ha mai perso. Ma che ora arriva al capolinea.

A fine anno dunque si chiude, come mai? 
Non è una necessità legata alla crisi economica, ho preso questa decisione perché devo pensare alla mia salute. Ho un problema alla schiena e devo evitare sforzi, dovrei stare il più possibile seduta o quanto meno a riposo. Cosa che in negozio non mi è ovviamente possibile fare.
 
Sono passati trent’anni da quando ha rilevato la lavanderia, ricorda perché scelse questa professione?
Certo. Sono cresciuta praticamente in mezzo agli abiti: sia mia mamma che mia nonna erano magliaie e rammendatrici. Io avevo già lavorato in diverse aziende del comparto tessile quali Loro Piana, Agnona, Ermenegildo Zegna. Insomma quello delle stoffe è un settore che conoscevo già molto bene.
 
Per molti stirare è una noia, non per lei?
Per me è una passione, mi è sempre piaciuto farlo. Se non fosse stato così certamente non avrei resistito per così lungo tempo. Mi piace stirare e mi piace farlo bene: non avrei mai potuto consegnare un vestito che non fosse stirato perfetto. Tutte le volte che ho stirato un capo, che fosse una giacca, un abito o una camicia, per me è sempre stata una prova.
 
Con lei la storica lavanderia Everest si è trasferita di sede
Quando l’ho rilevata, nel 1987, era ancora in via Dottor Ferro, proprio dove era stata aperta decenni prima. Dodici anni fa, essendosi liberato un locale in via Della Bianca, ho deciso di spostarmi. E’ stato un trasferimento molto discreto, i clienti non si sono mai lamentati.
 
E’ arrivato il momento di chiudere, non c’era possibilità di far proseguire un’attività cosi longeva?
Ho provato, ma nessuno ha voluto rilevarla. Ci sono state diverse persone, soprattutto giovani, che erano interessati a provare per poter poi subentrare nella lavanderia, ma alla fine hanno fatto tutti marcia indietro perché hanno ritenuto fosse un lavoro troppo faticoso. Mi è spiaciuto perché avrei tanto voluto trasmettere questo lavoro a qualche giovane, soprattutto ora che la situazione lavorativa non è certamente buona per il mercato.
 
Le mancherà il lavoro?
Non mi mancherà soltanto il lavoro, ma saranno i clienti a mancarmi moltissimo. Con tutti ho sempre avuto un ottimo rapporto, ho instaurato legami molto forti. Non erano solo clienti: molti passavano non soltanto per portarmi capi da lavare e stirare, ma anche per fare due parole. Spesso la mia lavanderia diventava quasi una sala da tè: ci trovavamo, ci raccontavamo, ci sono state molte risate e purtroppo anche qualche lacrima. Solitamente le persone sono felici quando smettono di lavorare, ma questo non è affatto il mio caso.