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Convivere con il lupo, la Valsesia si interroga

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La sua etologia, il risarcimento ai pastori in caso di aggressione e il rapporto tra maremmani ed escursionisti: se ne è parlato a Borgo col Cai

L’etologia del lupo, il risarcimento ai pastori in caso di aggressione, e il rapporto, non sempre amichevole, tra i cani pastore maremmani e gli escursionisti: questi gli argomenti toccati nella serata organizzata dal Cai di Borgosesia qualche giorno fa. Un appuntamento, di grande attualità, vista la segnalazione, la scorsa estate, di una probabile presenza di lupi in Val Vogna e di presunti lupi anche a Ghemme; tanto che il salone del centro sociale di via Giordano era gremitissimo.

Il tema è particolarmente seguito dal Cai, che ha costituito un apposito gruppo di lavoro a livello centrale sotto il diretto controllo del comitato direttivo, nella serata rappresentato da Raffaele Marini, referente area nord-ovest del Club alpino. Marini ha ricordato come la posizione del Cai sia quella di accoglienza del lupo, «pur coscienti della non facile convivenza con i fruitori delle zone alpine, i pastori e gli escursionisti». Da qualche anno inoltre è stato avviato il programma ”Live WolfAlps (2013-2018)”, che ha l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina del lupo.

Nella serata è stata raccontata la storia del lupo, scomparso dalla Valsesia nel 1850, e la sua presenza da punti di vista diversi. Il progressivo spopolamento di ampie zone rurali e della maggior parte delle valli alpine durante il secondo dopoguerra ha inoltre portato all’abbandono di ettari di colline e montagne, alla base della rinaturalizzazione di molte aree, che sono state rioccupate dagli ungulati selvatici. Queste stesse aree hanno costituito un habitat favorevole anche per i lupi. Altro aspetto messo in evidenza è stato quello delle spiccate abitudini sociali del lupo: il lupo vive in branchi di dimensione variabili (da 2 a 7 componenti), all’interno del quale tutti i membri cooperano per la caccia, nell’allevamento dei cuccioli, nella difesa del territorio. In questo momento i lupi censiti in Piemonte, nelle zone tra Cuneo e Torino, risultano essere 151.

Tuttavia l’argomento maggiormente messo in evidenza tanto dai guardia parco quanto dei veterinari è stato quello dei cani da guardia, cioè quei cani che stanno a vigilare sulle greggi in quota. Questo compito viene affidato ormai sempre più spesso ai pastori maremmani. La convivenza con gli escursionisti ha creato qualche problema. Sono stati accennati alcuni comportamenti da tenere qualora il “confronto” maremmano- escursionista si faccia ravvicinato: mai attraversare le greggi, nè a piedi nè in bicicletta; non gridare e fare movimenti bruschi con bastoni; non lanciare sassi verso il bestiame o verso il cane. Se il cane si avvicina occorre stare fermi senza incrociare il suo sguardo, indietreggiando poi lentamente, senza mai voltarsi, fino al momento in cui il cane cesserà di abbaiare. Se si è in compagnia di un altro cane occorre tenerlo al guinzaglio. La convivenza tra i pastori, il lupo e gli escursionisti è stata evidenziata dagli interventi di due pastori che hanno affermato la contrarietà dell’utilizzo dei cani, mettendo invece in atto altri metodi di custodia delle greggi come le recinzioni o l’addestramento di cani meno aggressivi nei confronti degli uomini, come i cani da conduzione.

Come ultimo aspetto, ma non meno importante, è stato affrontato quello relativo alle assicurazioni che i pastori devono attivare per poter riscuotere i rimborsi per la predazione dei capi uccisi. Sono stati evidenziati i tempi del risarcimento che dovrebbero essere certi e veloci. Per accedervi, tuttavia, è necessario che siano stati messi in atto uno dei sistemi di prevenzione, tra cui la sorveglianza continua del bestiame, le recinzioni di confinamento, con un costo elevato per i pastori.

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