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Da Borgomanero ai campi profughi del Libano | Le immagini

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Da Borgomanero ai campi profughi del Libano, la missione di Mamre.

Da Borgomanero ai campi del Libano

Era il 1982 quando il Libano divenne teatro di scontri durissimi. Sono passati 37 anni e da allora esistono ancora i campi profughi di Sabra e Chatila, vicino a Beirut. E’ qui che i volontari  dell’associazione “Mamre” hanno portato aiuti umanitari. Il presidente Mario Metti racconta: «Grazie a padre Abdo  abbiamo visitato alcuni campi profughi e abbiamo parlato con loro. Qui tutti vogliono tornare in Siria. Come ci ha spiegato il Vescovo di Sidone e il ministro libanese per i rifugiati, il progetto è quello del rientro e sono iniziati i contatti con il governo siriano per le procedure di ritorno».

 

Il gruppo ha visitato i campi profughi di Sabra e Chatila all’interno dei quali venne costruito un mausoleo in ricordo della strage del 1982. «Ascoltare parole di pace da parte di chi è costretto a vivere in questi luoghi – riprende Metti -, da chi è nato in questo campo dove abitano 35.000 persone e 18.000 sono giovani, ascoltare chi ti ringrazia di essere lì e ti chiede di far conoscere la loro realtà, ascoltare una giovane donna boicottata sui social per aver espresso i suoi sentimenti di risentimento nei confronti del governo israeliano e di chi lo appoggia, che li obbliga a vivere in queste condizioni impedendo loro di tornare in Palestina, è un dono grande e appena usciti ti chiedi come si possa parlare di pace vivendo in queste condizioni». Con Padre Abdo  Metti e gli altri volontari hanno visitato “La casa della carità” a pochi chilometri da Beirut, dove l’associazione “Annas Linnas” ha dato vita ad una scuola che ospita 450 bambini la maggior parte dei quali sono rifugiati. «In questa scuola oltre ai bambini profughi vengono accolti anche bambini poveri i cui genitori non hanno soldi per acquistare i libri e il materiale scolastico. A Padre Abdo abbiamo promesso che come abbiamo già fatto coinvolgeremo le nostre comunità per finanziare almeno parzialmente questo importante progetto». Prima di lasciare il Libano i volontari borgomaneresi sono stati invitati a cena da una famiglia musulmana.

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