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Dopo 12 aste deserte, speranze a zero per l’ex ”Fila” di Coggiola

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Mezzo milione per acquistare i due stabilimenti e le proprietà annesse: impossibile il ribasso

Dodici tentativi falliti e il liquidatore si arrende: stop alle aste per gli ex stabilimenti Fratelli di Fila situati tra Portula e Coggiola. Del resto ogni asta ha un costo e già si è speso molto. Non solo: il prezzo non può essere ulteriormente ribassato. La legge lo dice chiaramente: quando non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori – anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo – si può fermare il procedimento.  Tale norma interviene a tutela dei debitori che, nel caso i beni dovessero essere “svenduti”, vedrebbero pregiudicati i loro diritti.  Proprio come sta avvenendo per lo storico stabilimento a cavallo tra Coggiola e Portula. L’ultima asta risale al marzo 2015: prezzo base 272.160 euro, l’equivalente di un appartamento in centro città. Attende un acquirente anche la parte vecchia del complesso, quella interamente situata nel comune di Portula: ultimo prezzo a base d’asta 214mila euro. Insomma, con mezzo milione si entrerebbe in possesso dell’intero complesso industriale, incluse le proprietà ad esso annesse. Lo stabilimento industriale, considerato dalla perizia “in disuso e inagibile”,  conta infatti anche numerosi terreni, due fabbricati ad uso deposito e un’abitazione civile di antica costruzione in pessimo stato di manutenzione.

Dall’avvio della procedura di liquidazione le aste, bandite dall’ufficio del dottor Guido Arie Petraroli, sono andate deserte. Fino a sei anni fa per portarsi a casa l’intero pacchetto di Coggiola, composto da quattro lotti, era necessario sborsare 2,4 milioni di euro: solo per lo stabilimento la richiesta era di 1,8 milioni di euro.

Si tratta di un immobile costruito negli anni Venti e ristrutturato negli anni Novanta con una superficie di 1300 metri quadrati tra magazzini e depositi. Dopo otto anni di inattività gli interventi da fare non mancano: in passato si era ventilata l’ipotesi di un pool di imprenditori nigeriani pronto investire sull’ex Fila con nuovi capannoni e perfino una beauty farm ma il progetto è rimasto sulla carta. Le sorti del complesso Fila dipendono ora dalle offerte che potrebbe non arrivare mai.

 

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