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Due soli Comuni per tutta la Valsesia: ecco il piano della Regione

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Il sindaco di Lozzolo: «Ben vengano le fusioni, purché volute dalla popolazione»

Fa discutere l’idea nata in regione di creare “ambiti integrati territoriali”.

«Non possono far unire i Comuni per fame» ha affermato il sindaco di Lozzolo Roberto Sella durante l’incontro di lunedì con i colleghi dei Comuni vercellesi. Giovedì infatti la Regione presenterà la nuova riforma sulla revisione della normativa regionale in materia di enti locali e di sviluppo della montagna. Ovvero? La Regione ha avviato uno studio con Ires andando a individuare ambiti integrati territoriali dove svolgere le funzioni in modo associato. «E’ una formula di fusione – osserva Sella – questo vuol dire essere un unico ente».

Ad esempio, dal documento elaborato si evince che un ambito ottimale è quello che ricomprende tutta la Valsesia da Borgosesia fino ad Alagna, un altro è quello che ricomprende Gattinara e Serravalle Sesia, mentre Lozzolo è insieme ad altri dieci Comuni.

Il processo di creare ambiti territoriali non convince la maggior parte dei Comuni del Vercellese, ma ci sono resistenze anche nel Biellese e Novarese: «Noi ci basiamo sul principio dell’autonomia locale – sottolinea Sella -. E’ giusto valutare e approfondire, però ogni Comune deve avere la propria libertà gestionale e amministrativa. Già normalmente ogni amministrazione porta avanti una serie di servizi in collaborazione, è ingiusto creare maxi comprensori». L’obiettivo di questa manovra regionale è creare le condizioni per una fusione tra i vari paesi. «Se come già avvenuto qualche Comune decide di fondersi ben venga, purchè l’idea parta dal basso e non venga imposta – ribadisce Sella -. Inoltre non si è d’accordo sul sistema regionale di incentivi economici per chi vuole fondersi e meccanismi di disincentivazione per i Comuni che non intraprendono un comune unico. Si cerca con il metodo della carota di creare enti unici». Quella di Lozzolo e dell’Anpci (associazione nazionale piccoli comuni italiani) non è una lotta contro le unioni. «Ripeto – ribadisce Sella – se è la popolazione a volere la fusione tra paesi limitrofi allora nulla da dire, ma non si possono tagliare fondi ai Comuni e poi promettere di riempirli d’oro in caso di fusione. Questo vuol dire che i fondi ci sono. Noi come enti pubblici siamo con la coperta corta per far quadrare i conti sacrificando diverse cose. Quando arrivano soldini allora uno è disposto a tutto. Così di fatto i Comuni vengono ridotti alla fame ed è logico che poi siano disposti a creare fusioni». Una bozza di documento è stato condiviso tra i vari sindaci e verrà presentato giovedì pomeriggio in Provincia a Vercelli per l’incontro con la Regione. Ma l’obiettivo primario è non limitare l’autonomia locale.

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