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Gatti in eredità a Prato Sesia: dopo sette anni ne rimane solo uno

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Gatti in eredità a Prato Sesia: nella “casa dei mici” vive ancora uno dei felini lasciati da Evelina Tacchelli. La donna donò al Comune la sua casa, chiedendo di prendersi cura degli animali.

Gatti in eredità dopo sette anni

Sono passati ormai sette anni da quando Evelina Tacchelli donò al Comune la casa… E i suoi gatti. Quella della “signora dei mici” è una storia piuttosto unica nel suo genere. Tacchelli, nel suo testamento, scelse di lasciare la sua casa al Comune. Ma si preoccupò anche del destino dei suoi amici a quattro zampe: nel documento chiese quindi espressamente all’ente di prendersene cura. Nel 2011, quando venne a mancare, il Comune rispettò le sue volontà, occupandosi regolarmente dei quattro gatti che vivevano ancora al primo piano dello stabile e dei due che invece preferivano la vita all’aperto. E della “truppa” felina, malgrado siano passati diversi anni, sono rimasti ancora diversi esemplari. Uno solo però che vive in pianta stabile nell’edificio.

Un “gatto da esterno”

«Ora – conferma il sindaco Luca Manuelli – ne è rimasto uno, che vive al pian terreno. Altri due gli si aggregano occasionalmente. Si tratta di due femmine, che alcuni anni fa abbiamo provveduto a fare sterilizzare. Per quanto riguarda i gatti che vivevano al piano superiore, due sono morti di vecchiaia». Altri due sono stati temporaneamente spostati in altre case: «Una volontaria ha preso in cura una gatta, malata, per curarla a casa – prosegue il sindaco – quindi un altro volontario ha preso temporaneamente in adozione l’altro gatto rimasto per non lasciarlo solo». A occuparsi di portare il cibo agli animali rimasti al piano terreno e a controllare che tutto sia a posto è una dipendente comunale, che nei giorni di festa e riposo viene sostituita da alcuni volontari.

La donazione

Il lascito della casa, intanto, si è rivelato utile per il Comune, che ha potuto affidarne delle porzioni a diverse associazioni. Il locale al piano terreno, già messo in affitto dalla signora Tacchelli, è rimasto in locazione. Una parte è utilizzata dal Comune, mentre un secondo spazio è stato affidato all’Aib, il gruppo di volontariato anti-incendi boschivi. Anche la Caritas ne utilizza una parte. Il primo piano, invece, al momento non è utilizzato. In passato erano state ipotizzate alcune destinazioni d’uso, come una nuova biblioteca o un centro di aggregazione. Il Comune aveva anche partecipato a un bando per trasformarlo in un punto di appoggio nell’ambito di un itinerario ciclabile. Al momento, tuttavia, non c’è nulla di definitivo. La “casa dei gatti” di Prato rimane comunque la positiva testimonianza della volontà di una cittadina di lasciare un contributo alla comunità, chiedendo in cambio solo di pensare ai suoi animali.

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