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Ghemme Camilla vince premio “Samuele Pezzotti”

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Ghemme Camilla si gode la soddisfazione per la vittoria del premio in ricordo di Samuele Pezzotti, il diciannovenne scomparso nell’aprile 2016 in un incidente alle porte di Alagna

Ghemme Camilla ha appena fatto la maturità

Si chiama Camilla Venara, abita a Ghemme e ha appena fatto la maturità. Come molti della sua età ha grandi progetti per il futuro, motivo per cui a settembre si trasferirà a Trento per studi internazionali. E intanto si gode la soddisfazione per la vittoria del premio in ricordo di Samuele Pezzotti, il diciannovenne scomparso nell’aprile 2016 in un incidente alle porte di Alagna. La borsa di studio istituita dalla famiglia del giovane viene assegnata agli studenti dell’istituto “D’Adda” di Varallo che partecipano a una prova di italiano. Quest’anno Venara ha scelto una traccia sulla street art e la giuria l’ha ritenuta meritevole del premio, che le è stato consegnato qualche giorno fa in occasione dello spettacolo teatrale di fine anno. «Ho affrontato la prova molto tranquillamente e senza grandi aspettative – racconta la vincitrice – : mi sembrava un bel modo per ricordare Samuele e quando mi hanno comunicato il risultato sono rimasta sorpresa. La traccia sul viaggio, inteso anche come percorso interiore, è stato il più scelto ed era effettivamente interessante, ma ho deciso di puntare su qualcosa di più originale e stimolante: la street art».

Sogna di occuparsi di diritti umani

Il futuro di Camilla, però, potrebbe essere lontano dall’arte: «Il mio sogno nel cassetto è occuparmi di diritti umani – spiega Venara – e anche nella mia ricerca per la maturità ho scelto di parlare della storia delle discriminazioni di genere». La ragazza di Ghemme è già stata accettata al corso di laurea in Studi internazionali all’Università di Trento, dove si trasferirà dopo un po’ di meritato riposo estivo. «La mia mente e il mio cuore sono già là- confessa -. Sono molto proiettata al futuro, ma, nonostante non neghi di aver avuto qualche difficoltà in questi anni, credo che il D’Adda sia un ambiente in cui si possa crescere in maniera molto serena, con validi compagni di viaggio e maestri di vita. Un giorno abbiamo chiesto a un professore il motivo per cui si svegliasse ogni mattina e lui ha risposto che eravamo noi, i suoi ragazzi, e l’insegnamento: è stato uno dei momenti più speciali del liceo».

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