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«Giustizia per Franco, morto mentre lavorava in fabbrica»

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L’appello di Rifondazione Comunista Biellese

La segreteria di Rifondazione Comunista Biellese, guidata da Lucietta Bellomo, lancia un appello: «Non dimentichiamo la morte di Franco Rosetta». La segreteria ricorda il drammatico incidente: «Lo scorso anno ad ottobre moriva il lavoratore della Sasil di Brusnengo Franco Rosetta a causa delle esalazioni letali di acido solfidrico che si erano liberate dal decantatore della linea di riciclo del vetro – scrive in una nota stampa Bellomo – Ventitre tra soccorritori e colleghi accorsi furono ricoverati in osservazione al pronto soccorso. Nell’inchiesta per omicidio colposo risultano indagati il titolare, due dirigenti ed il medico aziendale e, nei prossimi giorni, è attesa la conclusione dell’istruttoria svolta dal pubblico ministero incaricato».

Rifondazione Comunista chiede giustizia, come scrive Bellomo: «Rinnoviamo rispetto e solidarietà ai famigliari per la morte del loro caro, chiediamo piena verità e giustizia. L’oblio della società civile troppo sovente è la principale modalità per sfumare la gravità e le responsabilità di queste tragedie nel mondo del lavoro». E Bellomo ricorda: «Nel biellese tanti sono stati gli incidenti lavorativi, il più grave quello alla Pettinatura di Vigliano,ma il bollettino di morte non si è fermato. In questo caso confidiamo sia fatta chiarezza sulle cause che hanno reso possibile questa tragedia e siano perseguiti, con rigore, i soggetti responsabili. Chiediamo che nella valutazione delle concause e responsabilità siano considerati anche i provvedimenti autorizzativi adottati e i controlli svolti da Regione Piemonte, Provincia di Biella, Asl e Arpa. Ci chiediamo se ci sia stato un deficit istruttorio o nei controlli che, se svolti correttamente, avrebbero potuto evitare la tragedia. In ogni posto di lavoro, prevedono le norme, deve essere inoltre svolta una attenta rilevazione dei rischi ed predisposto un adeguato piano per la sicurezza».

Ad avviso di Rifondazione Comunista le morti sul lavoro non sono mai da correlare alla mera fatalità. «Il numero degli incidenti e delle morti sul lavoro è sempre fortemente condizionato dalle logiche di mercato e di sfruttamento capitalistico della forza lavoro e dell’ambiente, bene comune – scrive Bellomo -. Su queste logiche e politiche si fonda l’attuale legislazione sulla sicurezza, orientata principalmente a non gravare sui costi produttivi, contenere i controlli e blandamente colpire le responsabilità. Rifondazione Comunista di Biella, rigettando questa prospettiva, è dunque a fianco delle vittime a chiedere giustizia per l’omicidio colposo e a denunciare il silenzio che su tale vicenda sembra paralizzare anche il mondo sindacale».

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