Seguici su

Attualità

Gli australiani vogliono cercare il rame in alta Valsesia

Pubblicato

il

Nella zona della Gula i primi permessi di sfruttamento minerario risalgono al 1903

L’alta Valsesia attira i cercatori di nichel, rame, platinoidi, cobalto e ferro. L’azienda interessata ha già presentato una richiesta di permesso di ricerca in un’area compresa nei territori di Cervatto, Fobello, Rimella, Cravagliana, Sabbia, Varallo e, in parte, la Valle Strona. Si legge nella relazione: «I lavori previsti in questa prima fase si svilupperanno nell’arco di due anni senza comportare alcun impatto ambientale in quanto verteranno essenzialmente su studio e raccolta di dati esistenti e di attività di ricerca basate sul rilevamento geologico del terreno, utilizzando la viabilità esistente con prelievo di campioni di roccia».

La società che ha lanciato l’idea è l’Ivrea Minerals Pty, una partecipata del settore risorse della Macallum Group Ltd (Mgl), impresa pubblica non quotata con quartiere generale a Perth, in Australia. Sempre nella relazione si specifica che «Mgl sta lavorando su uno spettro di progetti sia in Australia che in Polonia e ritiene che la zona valsesiana in questione rappresenti un obiettivo di pregio e con un potenziale interessante. Il quadro economico di Mgl assicura il sostegno finanziario e tecnico a Ivrea Pty permettendo di progredire nel progetto per mezzo di una efficace esperienza e di “know how” nel campo dell’esplorazione mineraria.

Già in passato l’area è stata interessata da una serie di ricerche minerarie e da vere e proprie attività estrattive. Si pensi solo che nella zona della Gula i primi permessi di sfruttamento minerario risalgono al 1903. Sempre nella relazione depositata nei Comuni interessati si legge che il perimetro include anche due aree di salvaguardia ambientale che fanno riferimento al Parco naturale dell’alta Valsesia e dell’alta Val Strona. «I lavori programmati nell’area – viene sottolineato – comprendono attività che non comportano alcuna interferenza con la natura dei luoghi, con gli insediamenti urbanistici e abitazioni isolate, nè con le infrastrutture ad esse connesse. In questa fase le operazioni saranno limitate a percorsi a piedi o in auto lungo strade o sentieri esistenti per una campionatura puntuale di rocce e suoli. Non sono previste attività invasive, non è necessaria la costruzione di accessi o piste forestali e non sono previsti sondaggi diagnostici».

Proprio sabato a Borgosesia è stata organizza una tavola rotonda per parlare del recupero degli antichi opifici e delle miniere della Valsesia. Tra i relatori rappresentanti della Soprintendenza e studiosi di diverse discipline, che hanno raccontato l’attività estrattiva in Valsesia nel passato. E’ stata l’occasione anche per presentare al pubblico un sintetico quadro complessivo dell’archeologia mineraria in Piemonte e delle sue prospettive di sviluppo, non solo dal punto di vista scientifico, ma anche da quello della valorizzazione del patrimonio culturale e delle conseguenti ricadute economiche.

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook