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I medici del Country di Varallo si schierano contro il trasloco dei posti letto

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«Un’operazione che ci farà perdere il posto di lavoro. E lo abbiamo saputo solo dai giornali»

Abbiamo saputo che perderemo il lavoro leggendo i giornali. I sette medici in servizio al Country hospital di Varallo protestano contro la chiusura del servizio (i dieci posti saranno trasferiti all’ospedale di Borgosesia) e lamentano di non aver minimamente preso parte alla decisione: «Non abbiamo ricevuto alcun avviso formale, eppure tra poco perderemo il lavoro – dicono -. Se mai ce ne fosse stato bisogno, ne abbiamo avuto conferma ufficiale dopo che il direttore generale dell’Asl ha dichiarato ai giornali le intenzioni dell’azienda riguardo il Country hospital e la Casa della salute di Varallo».

Come è noto, l’Asl ha trasformato i posti letto del Country hospital di Varallo in posti Cavs, dove Cavs sta per Continuità assistenziale a valenza sanitaria. In pratica sono i posti riservati ai pazienti che non necessitano più del ricovero ospedaliero ma che non possono ancora essere mandati a casa. Al Country i posti letto sono dieci e l’Asl a breve li prenderà e li sposterà all’ospedale di Borgosesia, facendoli diventare 20. Il che significa che il Country è destinato a sparire. «In riferimento alle considerazioni economiche, si vorrebbe precisare agli utenti che per gestire 20 posti letto coi fondi per 10, la soluzione che intendono attuare è di utilizzare lo stesso personale infermieristico-assistenziale sul doppio dei pazienti – scrivono in una lettera congiunta i medici del Country Consuelo Capitanio, Hamid Ghannadzadeh, Salvatrice Grillo, Pier Vittorio Guala Molino, Chiaretta Masseroni, Alberto Merola e Leonardo Ruga -. Come può ciò non andare a discapito del malato?».

La sorte del Country, e quindi del loro futuro professionale, i medici l’hanno saputa dai giornali: «Con grande dispiacere abbiamo appreso dai mezzi di informazione la prevista conversione dei posti letto del Country hospital in Cavs Valsesia e di conseguenza la prevista chiusura del Country stesso – mettono ancora nero su bianco i medici -. Ci rammarichiamo del fatto che siamo venuti a conoscenza della notizia tramite i media locali e che non siamo invece stati adeguatamente informati dai vertici dell’Asl di Vercelli».

Secondo loro, la scelta dell’azienda sanitaria è uno schiaffo al diritto alla salute: «Ci teniamo a sottolineare come questo “giro di numeri” di posti letto si tradurrà in un ulteriore impoverimento dei servizi sanitari presenti in Valsesia e soprattutto in alta valle, a scapito di un’utenza sempre più anziana, alle prese con problemi di salute, difficoltà economico-sociali, ambientali e di spostamento verso strutture ospedaliere sempre più lontane. Allo stesso tempo siamo convinti che i colleghi che subentreranno a gestire i posti letto Cavs all’ospedale di Borgosesia sapranno fornire all’utenza la giusta assistenza sanitaria».

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