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«I pozzi petroliferi non superano le direttive ambientali»

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I tecnici dicono che i pozzi petroliferi di Carpignano e Gattinara non superano la compatibilità ambientale, ma la Regione per adesso se ne è dimenticata.

I tecnici dicono che i pozzi petroliferi di Carpignano e Gattinara non superano la compatibilità ambientale, ma la Regione per adesso se ne è dimenticata. A Torino è stata infatti dichiarata “Oil free zone” (cioè zona vietata ai sondaggi petroliferi) solo l’area tra Carpignano e Ghemme, quella inserita nel progetto “Carpignano 1”. Resta invece a rischio trivelle l’area del progetto chiamato “Cascina Alberto” che interessa l’area di Lozzolo, Gattinara e Boca. Vale a dire, una zona di alto pregio per la produzione di vino.In effetti, l’approvazione della “Oil free zone” potrebbe mettere la parola fine al problema delle trivelle tra alto novarese e bassa Valsesia. «Al momento non c’è nulla di definito – osserva Marcello Marafante del comitato Dnt che da anni si batte contro il progetto Eni -. La legge deve ancora terminare il proprio iter in Parlamento prima di diventare effettiva, ma intanto la Regione Piemonte ha iniziato a recepire questa normativa». Aggiunge: «E’ stato emanato un ordine del giorno a Torino dove si precisano alcuni aspetti con l’obiettivo di salvaguardare espressamente il territorio di Carpignano, ma l’area deve comunque essere ampliata».

Ma come detto, nulla è ancora deciso: infatti da oltre un anno si attende che la giunta del Governatore Sergio Chiamparino chiuda definitivamente la questione relativamente al progetto “Carpignano 1” che di fatto interesserebbe però anche tutta la zona della bassa Valsesia tra Ghemme, Fara, fino a Gattinara. «L’ultima conferenza dei servizi si è espressa sulla compatibilità del progetto che non è passato per una serie di problematiche tecniche – spiega ancora Marafante -. Insomma, ci sarebbero tutti i presupposti per dire un “no” definitivo alle trivelle, e toccherebbe alla Regione riprendere questo parere e tramutarlo in una vera e propria delibera, ma è passato un anno e non abbiamo ancora visto nessuno sviluppo». Da parte sua, Chiamparino ha assicurato che il progetto trivelle non è strategico per il territorio. Di fatto, però, finchè non si mette la parola “fine”, i proponenti potranno continuare a presentare integrazioni e tenere aperta la porta.

 

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