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«Il cimitero dei carri armati a Lenta monumento agli sprechi di Stato»

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Due anni fa il settimanale “L’Espresso” aveva scoperto 3000  mezzi cingolati in un bosco, tutti completamente inutilizzati

Nell’osservatorio sulle spese militari di Francesco Vignarca ed Enrico Piovesana trova spazio anche il parco mezzi cingolati e corazzati dell’Esercito a Lenta finisce nel mirino del rapporto “Milex”, . Per l’anno 2017 l’Italia destina circa 23,3 miliardi di euro alle spese militari, pari a oltre 64 milioni di euro al giorno, 2,7 milioni di euro all’ora, 45mila euro al minuto. Sotto questa voce non si trovano le spese sostenute per carabinieri e altri corpi delle forze dell’ordine. L’accusa rivolta da Milex è piuttosto quella di dare il via ad acquisti senza alcun tipo di strategia, ma solo per rimpinguare il mercato delle armi.

E proprio nei giorni scorsi è stato notato un carico eccezionale di cingolati per essere portati al “cimitero” di Lenta. Il trasporto eccezionale ha fatto scala anche a Fara, per poi proseguire il viaggio fino al parco mezzi cingolati, ben settanta giganti che probabilmente saranno destinati a una graduale demolizione. Il passaggio non è stato di certo inosservato, in molti hanno visto gli enormi bestioni e tutti sapevano dove fossero diretti.

Proprio nell’ultimo rapporto Milex ci si concentra anche sui costi del “cimitero” dei carri armati di Lenta. Si legge: «Se la Difesa ordina alle aziende una quantità di mezzi e sistemi d’arma che risponde a necessità industriali e commerciali private, non a necessità politico-strategiche pubbliche, il risultato sono programmi di acquisizione sovradimensionati (e dai costi molto elevati) non solo rispetto alle reali necessità di difesa nazionale ma anche alle capacità economiche di gestione e manutenzione di questi mezzi. Quantità eccessive di mezzi che quindi risultano sottoutilizzati se non del tutto inutilizzati e che quindi finiscono inevitabilmente ad arrugginire nei depositi o cannibalizzati per i pezzi di ricambio. Emblematico di questo spreco di risorse è il “Parco mezzi cingolati e corazzati” dell’Esercito a Lenta, tra i boschi e le risaie del Vercellese: qui giacciono migliaia di carri armati e blindati: non solo ferri vecchi degli anni ’70 e ’80, ma anche mezzi moderni ancora funzionanti che aspettano solo di essere rottamati e venduti a peso come ferraglia, oppure ceduti alle forze armate di Paesi stranieri a titolo gratuito o addirittura a spese della Difesa (che deve pagare i lavori di “restauro”). Il “cimitero dei carri armati” di Lenta, lungi dal costituire un monito contro l’avvio di programmi di acquisizione sovradimensionati (che in passato potevano almeno essere parzialmente giustificati dalla vecchia logica della Guerra Fredda), continuerà inevitabilmente ad accogliere carri e blindati che la Difesa continua ad acquistare in grandi quantità e a prezzi elevatissimi per sostenere la produzione e l’export dell’industria militare italiana». E l’arrivo dei nuovi cingolati dei giorni scorsi non fa che dare nuovi argomenti a queste tesi.

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