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Il lupo non va ucciso, ma bisogna incentivare la convivenza

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Inutile uccidere, necessario potenziare le misure di prevenzione e sostegno agli allevatori

Dagli anni ’70 ad oggi l’Italia si è distinta a livello europeo per il successo delle proprie politiche di conservazione del lupo. Il recupero del lupo è da attribuirsi ad una protezione rigorosa e la ricolonizzazione degli habitat
storici (oggi si stima una presenza tra i 1070 e i 1400 esemplari sull’Appennino e tre i 100 e i 150 sulle Alpi. Studiosi confermano che nel Biellese, in Valsessera, vi sia la presenza di un solo esemplare. La popolazione di lupi italiana è molto vulnerabile allo sterminio locale, fenomeno dovuto soprattutto a pressioni antropiche.
Il nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia proposto da Ministero dell’Ambiente ed in fase di approvazione da parte della conferenza Stato-Regioni prevede deroghe al divieto di rimozione dei lupi dal loro ambiente naturale, con la possibilità di autorizzare l’abbattimento legale del 5% della popolazione. In tal modo circa 60 lupi potranno essere uccisi ogni anno legalmente, in un contesto in cui molti individui sono vittime di bracconaggio.
Vittorio Barazzotto ha depositato un ordine del giorno che, se approvato, impegnerà la giunta regionale affinché nell’ambito del nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia sia incentivata, in alternativa alla possibilità di autorizzare l’abbattimento di esemplari di lupo, l’adozione di sistemi di difesa e di prevenzione e l’adattamento di sistemi di allevamento attuali alla rinnovata presenza di tale predatore. Spiega il consigliere regionale: «L’obiettivo dell’ordine del giorno è quello di sollecitare il Governo ed il Parlamento ad adottare una serie di azioni finalizzate a migliorare la gestione del lupo e la convivenza con le attività antropiche come ad esempio le aziende agricole. Per fare ciò si chiede di individuare le modalità atte a consentire un adeguato sostegno e, se possibile, il potenziamento delle politiche regionali già avviate in materia, in modo tale da garantire il giusto equilibrio tra la protezione degli habitat e delle specie e lo sviluppo delle attività umane, in particolare di quelle agro-silvo-pastorali: l’abbattimento dei lupi senza considerare altre misure non può essere accettabile».

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