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Il sindaco di Pieve Torina a Pray: «Voi ci restituite il futuro»

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Qualche giorno fa il primo cittadino del comune in provincia di Macerata è intervenuto al Polivalente alla serata organizzata da Auser Valsessera

Musica, immagini e solidarietà. Questi gli elementi che hanno fatto da cornice alle testimonianze di chi ha vissuto il terremoto sulla propria pelle. Un’occasione per tirare le somme tutti insieme sull’aiuto che la Valsessera assieme a Quarona sta offrendo a Pieve Torina, piccolo centro marchigiano devastato dal sisma. A organizzare l’evento al salone polivalente di Pray è stato, qualche sera fa, l’Auser Valsessera, l’associazione che ha un po’ tirato le fila di tutta la rete di solidarietà, tenendo i contatti con Pieve. E’ stato un appuntamento che ha coinvolto associazioni, amministratori, cittadini, volontari. E per la prima volta è arrivato in valle anche Alessandro Gentilucci, il sindaco di Pieve Torina, 1500 anime e più del 90 per cento degli edifici resi inagibili.

Quello che si è visto in questi cinque mesi è stato un aiuto corale di tutta la valle: tante le iniziative messe in campo per raccogliere fondi. Anche a Quarona: l’evento “Amatriciana solidale” ha permesso di raccogliere ben 7.300 euro, usati per l’acquisto di moduli abitativi. Braccia e cuori che si sono dati da fare per chi ha perso tutto. «Il 26 ottobre scorso – ha detto Gentilucci – è come se si fosse spento un interruttore sul nostro paese. Il 93 per cento degli edifici è inagibile, gli abitanti hanno dovuto trasferirsi e sono rimasti in 300. C’è stata una sorta di deportazione, un esodo: nel nostro paese non si poteva più stare». Il sindaco di Pray Gian Matteo Passuello, che ha visitato quei luoghi anche come vigile del fuoco e ha seguito da vicino la raccolta di fondi ha spiegato che Pieve Torina «è un po’ come i nostri paesi, ci siamo identificati. La gente ci chiedeva di andare nelle case perché non aveva i vestiti o voleva prendersi un ricordo. In un attimo tutto si è perso».

Le immagini hanno mostrato il borgo marchigiano oggi, fatto di belle villette con grosse crepe e con le facciate degli edifici che si proiettano sull’asfalto in modo innaturale come se fossero di cartapesta. Immagini che fanno pensare a quello che questa gente ha perso: la scuola, la casa di riposo, i ristoranti, le pizzerie, il municipio, le proprie abitazioni, la propria quotidianità e vita di sempre. Ma grazie alla solidarietà di tanti sono stati raccolti, come ha detto Paolo Chioso, presidente dell’Auser, 40mila euro che sono serviti per acquistare cinque unità abitative e per dare di nuovo vita all’ufficio tecnico, che prima era ospitato sotto alle tende, alla tabaccheria e ad altre attività. «Ci siamo messi insieme – ha detto Chioso – semplicemente per riuscire a raccogliere dei fondi. In tanti hanno contribuito e ringrazio tutti coloro che si sono impegnati in questo sforzo sia in Valsessera che in Valsesia. Stasera abbiamo raccolto 1175 euro, una somma significativa che mette in luce quanto sia importante la solidarietà per noi».

Sono seguite le immagini della messa in posa dei container da parte di diversi volontari valsesserini, un piccolo passo per poter ripartire. La serata è stata intervallata dalla musica del gruppo “Compagnia via del Campo” con un omaggio a Fabrizio De Andrè e con la premiazione di alcuni funzionari e tecnici che sono stati a Pieve Torina a lavorare per una settimana negli uffici municipali. Il riconoscimento è andato a Marinella Bellosta, Morena Camerlo, Gabriella Macchieraldo, Antonella Carrer, Sandra Ciscato, Lara Recrucolo, Alessia Pozza, Ernestino Radice Maracet, Christian Erme, Alberto Salgarella e Nadia Poletti. Ma la raccolta fondi da destinare a Pieve Torina, non è ancora terminata.

Il sindaco del paese del marchigiano ha ringraziato tutti per quanto è stato fatto e per avere dato una possibilità e un aiuto concreto. «Vi ringrazio – ha detto Gentilucci – il nostro paese è stato duramente colpito ma ora è ripartita la ferramenta, la merceria, la tabaccheria. Una famiglia è rimasta a fare il pane. Ricordo che il giorno in cui la gente veniva trasferita ho incontrato un mio anziano concittadino che saliva sul pullman. Si è girato e mi ha detto: “Alessandro, aiutami a tornare a morire a Pieve Torina”. Cercheremo di ricominciare».

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