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In Mongolia per 650 chilometri a piedi

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L’ultima impresa del gattinarese Roberto Landolina

Nuova impresa per il gattinarese Roberto Landolina. Dopo l’Islanda, quest’anno sarà la volta della Mongolia. Non più in bicicletta ma a piedi. Il giovane neolaureato in Economia all’università di Novara partirà per la Mongolia l’11 agosto, dove resterà per 45 giorni, in cui dovrà percorrere 45 chilometri a piedi, con al seguito un carretto con i viveri e i generi di prima necessità che gli garantiranno la sopravvivenza.

Il viaggio di Landolina inizierà con l’arrivo in aereo nella capitale mongola di Ulan Bator, dove, grazie a un contatto con un’agenzia, troverà una jeep con autista solo per il viaggio di andata. «Questo trasferimento in jeep è di circa 1200 chilometri – dice Landolina – che su quelle strade che non sono altro che piste sterrate corrispondono a due, tre giorni di viaggio. Questa jeep mi porterà nella città di Tosontsengel, nella provincia dello Zavkhan, da lì partirò a piedi percorrendo 650 chilometri, che mi porteranno fino alla città di Uliastai, capoluogo della provincia, da cui conto di trovare un bus che mi riporti in capitale. Tanto non avrei più il problema di dover caricare il carretto su un mezzo, in quanto probabilmente lo regalerò a qualche abitante del luogo».

Calcolando una media di 30 chilometri al giorno (meteo permettendo, in quanto Landolina potrebbe incontrare tempeste di sabbia, nevicate improvvise e sicuramente pioggia e temporali, in circa 22 giorni il giro dovrebbe essere completato. I 45 giorni di permanenza sono dovuti al fatto che all’arrivo in capitale il giovane gattinarese dovrà rifornirsi dell’occorrente che non può e non riesce a portare dall’Italia e al fatto che ci possono essere imprevisti e i giorni di trasferimento. «Alla fine la più grossa difficoltà del viaggio – dice Landolina – riguarda non tanto i chilometri e i giorni da solo ma più che altro la parte logistica e le poche informazioni riguardanti percorso e quindi la fattibilità stessa del percorso; queste sono sicuramente le maggiori difficoltà per ora riscontrate».

Landolina percorrerà una media di 30 chilometri al giorno per cercare ristoro e cibo fresco in villaggi che distano dai 150 ai 180 chilometri uno dall’altro. Il carrello che avrà al seguito arriverà dall’Italia smontato e viaggerà insieme a lui. Sarà in alluminio e facilmente rimontabile, pronto per essere legato in vita e trasportare pochi vestiti, 40 litri di acqua (da potabilizzare), cibo liofilizzato, fornelletto a benzina, tenda, sacco a pelo, Gps e un apparecchio satellitare per monitorare la sua posizione.
«In Islanda mi è piaciuta molto la parte desertica – dice Landolina, che lavora come istruttore di nuoto e in vigna -, in Mongolia è ancora più accentuata. E’ un Paese con una cultura totalmente diversa dalla nostra, con popolazione nomade. Faccio queste avventure non per arrivare al limite, sarebbe troppo pericoloso, ma vedere come posso adattarmi alle varie situazioni e per provare sensazioni fortissime. Scopri i tuoi limiti e le tue paure, ti spogli di ogni filtro».

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