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Istituto comprensivo, Romagnano se lo tiene stretto

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Il nuovo assetto scolastico provinciale prevede di incorporare nel “Curioni” il “Giovanni XXIII” di Grignasco

Anche a Romagnano quello del nuovo assetto scolastico è un tema caldo. Con il piano di dimensionamento varato in Provincia verrà soppresso l’istituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Grignasco, assorbito dal “Curioni” di Romagnano. Mentre nel primo centro tra le preoccupazioni maggiori vi è la continuità didattica, a Romagnano desta perplessità la creazione di un super istituto, con le conseguenti difficoltà gestionali.

«Nella riunione in Provincia con l’assessore regionale – afferma l’assessore all’istruzione, Alessandro Carini – avevo per primo espresso preoccupazione, non tanto sulla continuità didattica, che non verrà toccata, ma sul fatto che c’è il rischio di creare istituti comprensivi di difficile gestione, con 12, 13 plessi. Non si può fare un paragone con le superiori, dove i plessi sono due o tre al massimo. E poi cambia anche il rapporto scuola-famiglia. Alla materna, alle elementari e alle medie i genitori vogliono un rapporto diretto con il dirigente».

A Borgomanero vi saranno invece due istituti comprensivi, uno dei quali avrà sede a Boca (che ora fa parte di Grignasco). «Occorre avere l’onestà di dire – prosegue Carini – che l’esigenza di creare un solo istituto comprensivo è dovuta al fatto che Borgomanero non ha voluto mantenere un solo istituto comprensivo. E poi va anche aggiunto che altri Comuni, che potevano essere decisivi, non hanno voluto sbilanciarsi in merito alle appartenenze». Nel collegio docenti del “Giovanni XXIII”, gli insegnanti avevano prodotto un documento, firmato da oltre 70 persone, nel quale mettono in evidenza una serie di difficoltà derivate dall’accorpamento. «Era stata avanzata anche un’altra proposta: Romagnano e Grignasco avrebbero potuto mantenere gli istituti comprensivi, ma con una territorialità discutibile alla quale tutti abbiamo espresso dubbi e perplessità. Di fronte ad un “obbligo” imposto da scelte politiche e anche dal trend di iscrizioni, la proposta di ritornare ad un istituto unico con la territorialità proposta è l’unica che ha senso. A questo punto sta a noi amministratori e ai dirigenti, senza farci guerre inutili e di bandiera, riuscire a cogliere le eccellenze, le buone pratiche e metterle a servizio di altri plessi e viceversa. Penso al lavoro di progettazione che abbiamo svolto portando opportunità di incontri, laboratori di altissimo livello ai nostri studenti con i vari progetti. In questo campo possiamo fare molto di più insieme e diventare un esempio per altri. Chi sarà a capo dell’istituto potrà anche tenere un “presidio” di segreteria senza far pesare possibili disservizi». Dal “Giovanni XXIII” poi era arrivata la proposta: visto che Grignasco ha più abitanti, meglio sarebbe, secondo gli insegnanti se la sede restasse nel paese, inglobando Romagnano. «In merito a questa controproposta – afferma Carini – voglio essere chiaro: l’interesse deve essere la funzionalità dell’istituto comprensivo. A mio parere al di fuori dei numeri che possiamo leggerli come vogliamo, per Romagnano come sede ci sono diverse ragioni: è già stato in passato sede di direzione didattica (ragione storica), è istituto comprensivo più grande (quasi un centinaio di alunni differenza, senza contare la presenza di scuole paritarie che incrementano ulteriormente il divario), è sede di due scuole superiori con i quali la direzione dovrà collaborare, e in ultimo, ma forse più importante la collocazione baricentrica per tutti i plessi».