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«Meglio progetti Green che pozzi petroliferi»

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Presa di posizione del Pd di Carpignano

Meglio un progetto energetico “green” che i pozzi petroliferi a Carpignano. Continua a far discutere l’ok al progetto data dalla Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale del ministero dell’Ambiente. Sulla questione intervengono Riccardo Fizzotti del Pd di Carpignano e Gill Gastaldelli, segretario dei Giovani Democratici di Novara: «Si tratta di una questione che riguarda molto da vicino il nostro territorio, aperta diversi anni fa e ancora oggi per nulla chiusa. Il parere espresso nei giorni scorsi è, infatti, una valutazione tecnica che dice solo che da un punto di vista ambientale il pozzo esplorativo è fattibile. Il nostro territorio nei suoi vari livelli e organismi di rappresentanza (Comuni, Provincia, Regione) si è espresso chiaramente contro la realizzazione di questa opera, in un’ottica generale di benessere del territorio e di superamento della dipendenza dai combustibili fossili. È stata molto apprezzabile in questa direzione l’approvazione del collegato ambiente con nuove norme per lo sviluppo sostenibile e a livello regionale l’Oil Free Zone. Azioni importanti, certo, che però non bastano: chiediamo che siano messe in campo azioni e strategie nel breve periodo e non solo a lungo termine riuscendo già da subito a portare risultati concreti. Se in questi anni ci fosse stato un progetto alternativo per produrre energia pulita, che creasse lavoro senza danneggiare l’ecosistema locale sicuramente la miope avventura dei pozzi Eni sarebbe stata scartata con maggiore facilità. Da tenere presente, infatti, che il pozzo a Carpignano porterebbe alla creazione di posti di lavoro o comunque al mantenimento di quelli attuali nel settore (vedi Polo di Trecate), ma sicuramente almeno altrettante opportunità di lavoro potrebbero essere create grazie a un progetto energetico green che abbia il vantaggio (non da poco!) di non danneggiare il nostro territorio e i suoi abitanti.  La questione, come accennavamo prima, non è ancora decisa ma purtroppo il rischio rimane. Crediamo che proprio il territorio debba avere un ruolo centrale ed essere ascoltato. Dall’ottimo lavoro coordinato per la contrarietà che ha visto impegnate diverse forse politiche e sociali si dovrebbe passare  a un ruolo attivo di costruzione dell’alternativa dal territorio stesso: un’alternativa intelligente e rispettosa del territorio, da sottoporre al Ministero dello Sviluppo Economico, che avrà l’ultima parola sull’autorizzazione per l’avvio o lo stop definitivo alle trivellazioni».

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