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Ogni anno è strage di caprioli annegati

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I cacciatori chiedono una rete di recinzione per il canale che porta all’ex cartiera di Quarona

Solo nel mese di maggio sono stati almeno quattro i caprioli morti dopo esser caduti nel canale che da Varallo arriva fino alla centralina idroelettrica di Quarona. Un fenomeno che va avanti ormai da anni e che in questo periodo si ripropone con maggiore intensità.

A lanciare l’allarme è Gino Lorena, presidente dei cacciatori di Quarona e vice-presidente provinciale di Federcaccia. «E’ probabile che gli animali cadano nel canale all’altezza di Roccapietra, dove il canale è a filo con il terreno. Per qualche motivo, magari perchè cercano di saltare dall’altra parte, ci finiscono dentro e non riescono più a venirne fuori, morendo – spiega Lorena -. I corpi dei caprioli arrivano a Quarona e si fermano alla griglia automatizzata delle centrale idroelettrica, che viene costantemente ripulita dei detriti per mezzo di una tramoggia». E così capita che tra i rami, le foglie e l’immondizia prelevata ci siano di tanto in tanto anche caprioli.
«Noi cacciatori ci impegniamo affinchè le cose siano ben fatte, con censimenti dei capi e autorizzazioni dell’Ispra per gli abbattimenti mirati. E se ti sbagli nel riconoscere l’età di un animale abbattuto rischi anche di essere denunciato – prosegue Lorena -. Però poi succedono queste cose senza che nessuno intervenga. In passato la questione era già stata segnalata al Comprensorio alpino, che si occupa di caccia e ambiente, c’erano stati dei contatti con i Comuni interessati, ma poi non era cambiato niente. All’epoca c’era ancora il presidente Giovanni Frigiolini».

Lorena però non ha intenzione di fermarsi: ha scattato nuove foto ai caprioli morti nel canale dell’ex cartiera e ha segnalato il fatto al Comune di Quarona e di nuovo al Comprensorio alpino, che oggi è commissariato (attualmente il commissario è Giovanni Negra, già vice-presidente dell’ente).
«Spero vivamente che questa volta ci sia un intervento risolutivo – dice ancora Lorena -. Purtroppo il canale è di proprietà privata e in passato i vari enti ci hanno spiegato che non è possibile obbligare il proprietario a mettere delle reti». Gli stessi cacciatori alcuni anni fa si erano proposti di collaborare nel posizionare delle reti di protezione, ma il progetto non si è mai concretizzato. Uno dei motivi per cui il canale non viene recintato potrebbe essere che in caso di lavori, per esempio per il passaggio di una ruspa, ci potrebbero essere dei disagi.

Ora la documentazione fotografica è in mano al Comprensorio alpino e al Comune di Quarona «che devono finalmente intervenire trovando una soluzione – dice ancora Lorena -. E’ vero che nessuno può imporre a un privato di recintare un canale, ma non è neanche possibile anche avanti così, con gli animali che cadono e annegano in acqua. Noi cacciatori non possiamo fare altro, se non segnalare a chi di competenza e renderci disponibili a collaborare qualora venisse trovata una soluzione, ma sta agli enti contattare il proprietario e trovare insieme a lui un sistema per evitare che i caprioli finiscano nel canale».

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