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Orsi ricorda Luciano Bosso, preside d’altri tempi

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«Nel nostro ultimo incontro aveva manifestato tutte le sue perplessità su questa “buona scuola”»

La proposta arriva da chi, come lui, ha guidato per tanti anni l’istituto alberghiero di Varallo. Il professor Alessandro Orsi, nel ricordare Luciano Bosso, che lo precedette come preside all’Ipssar “Pastore”, si augura che si possa istituire in sua memoria un concorso o una borsa di studio.

Bosso è morto ad agosto, all’età di 77 anni, mentre si trovava ricoverato all’ospedale di Vercelli, dopo una breve malattia. Nonostante avesse vissuto e insegnato principalmente nel Vercellese, era molto conosciuto anche in Valsesia, essendo stato per molti anni preside appunto dell’alberghiero di Varallo. Era un preside d’altri tempi, ricorda Orsi, che aggiunge. «Il preside Bosso era soprattutto un gentiluomo. Mai parole fuori posto, alzate di voce, gesti sguaiati, comportamenti irrispettosi. Era affabile con tutti, fossero docenti, studenti, Ata, genitori, operatori del territorio. Apparteneva a quella categoria di presidi autorevoli perché competenti, sobri, pronti a dare esempio di educazione, vivere civile e professionalità sul lavoro. Era innamorato della Valsesia, Luciano, soprattutto di Varallo, dove aveva studiato negli anni Cinquanta, insegnato nei Sessanta e diventato preside a fine Settanta.

L’istituto alberghiero “Pastore” ha avuto, nei suoi 50 anni di storia, tre presidi che ne hanno coperti più di 40, garantendo continuità nei progetti: Guido Ricotti, promotore dell’istituto con Albano Mainardi, don Giuseppe Marcodini, Enzo Barbano e un gruppo di grandi chef e maître valsesiani come Giacobino, i Perrone, i Maffeis, i Moretti, Ceralli, Delzanno; poi Luciano Bosso, capace di creare una base solida di ottimi e orgogliosi docenti come Palladino, Banfo, Rossi, Garino, Ficuciello, Grandi, Monformoso, Valsecchi, Bianchi, Spanna, Pataccia, Cometto, Fiorani; infine il sottoscritto, con cui l’istituto è passato da 400 a 1200 alunni, aprendo una nuova sede a Gattinara. Ricotti ha indirizzato verso la formazione al lavoro, Bosso ha aperto l’istituto al territorio, il sottoscritto ha aggiunto il recupero dei ragazzi più deboli e svantaggiati e un fiorire di iniziative culturali, sociali, sportive…

Durante la mia presidenza ho considerato Luciano un maestro e un amico: era un grande piacere per me averlo in istituto, dove era accolto davvero come un ospite gradito e di impeccabile eleganza negli abiti e nel portamento. Forniva sempre saggi consigli, tenuti in gran conto da me e da bravi dirigenti come Marisa Bressa, Marisa Gardoni, Patrizia Rizzolo e altri.

Bosso ha chiuso la carriera come dirigente scolastico a Vercelli e ha continuato a occuparsi di scuola e di attività culturali e sociali con la consueta passione e generosità. Negli ultimi anni ha trovato un po’ di lenimento alla sua grave malattia usando soprattutto i mezzi informatici per tenersi in contatto con amici e conoscenti. Nel nostro ultimo incontro aveva manifestato, con precisione e conoscenza, tutte le sue perplessità su questa ‘’buona scuola’’ fatta di provvedimenti nebulosi e farraginosi, che consegna gli istituti scolastici a dirigenti inadeguati o qualificati, ma carichi di reggenze, con tre o quattro istituti sulle spalle. In questo inizio di anno scolastico si vede quanto avesse ancora una volta ragione Bosso, preside in una scuola davvero di altri tempi, quando i presidi dirigevano un solo istituto dedicandosi completamente ad esso e mostrando un’etica e valori forti nel proprio lavoro».

Orsi conclude: «Luciano Bosso ha fatto molto per la Valsesia e per l’istituto alberghiero, che non hanno certo dimostrato memoria storica e riconoscenza nei suoi confronti né durante la sua malattia negli ultimi due anni né nel momento della sua morte. Ma ora si spera che almeno all’Alberghiero, dove il nuovo dirigente è attento all’osservanza delle regole professionali ed educative e al rispetto verso i colleghi, pur stracarico di impegni, si possa istituire un concorso o una borsa di studio nel nome e in memoria del preside Luciano Bosso».

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