Seguici su

Attualità

Protesta migranti parla il parroco di Coggiola: questi hanno fame

Pubblicato

il

Protesta migranti parla il parroco di Coggiola: sono venuti a chiederci latte e biscotti. Il sindaco: se non fosse per la Caritas, sarebbero anche senza vestiti.

Protesta migranti parla il parroco: hanno fame

Ovviamente sbarrare le strade sono cose da non farsi. E nemmeno tirare un calcio alla portiera di un’auto. Però è anche vero che il centro di accoglienza di Portula Granero è un hotel di lusso: anzi, non fosse per i volontari della parrocchia, i migranti tirerebbero la cinghia. E anche per i vestiti provvede spesso la Caritas. A rivelare qualche retroscena di una protesta che qualche settimana fa ha fatto molto discutere è il parroco di Coggiola, don Carlo Borrione: «E’ vero, i ragazzi si rivolgono ai volontari del paese per avere latte e biscotti. Noi cerchiamo di aiutarli. Vorrei anche ricordare che alcuni vengono a messa e cantano nella corale partecipando alla nostra vita comunitaria».

Un sistema che non funziona

Il parroco prova a far comprendere che a volte l’esasperazione è talmente tanta che sfocia nella protesta: «Questi giovani sono vittime di un sistema che non funziona. Si continua a dire che per l’immigrazione si agisce in emergenza, eppure sono dieci anni che vediamo continui sbarchi in Italia. Ancora non siamo riusciti a proporre una organizzazione vera. E’ vero, questi ragazzi non sono frati trappisti, per carità. Ma la maggior parte di loro hanno alle spalle storie allucinanti.  In fondo, il pocket money rientra nel progetto di gestione deciso dallo Stato, e quindi se non viene erogato si crea un problema. Sono poi state messe insieme persone di provenienza, etnie e cultura diverse, a volte in contrasto tra loro. Manca un programma di inserimento, non hanno neppure la possibilità di inserirsi se non conoscono la lingua. Cerchiamo quindi di capire da dove parte la protesta».

Dove si fermano i soldi che spettano a loro?

Alle parole del parroco si aggiungono anche quelle del sindaco di Coggiola Gianluca Foglia Barbisin: «Loro sanno che lo stato versa i 2,50 euro al giorno ma non li ricevono – aveva commentato su Facebook -. Andiamo un po’ a vedere: dove si fermano questi soldi pubblici? Non fosse stato per la Caritas della nostra parrocchia che ha fornito loro il vestiario andrebbero in giro nudi. Però – conclude il sindaco in riferimento alla vettura danneggiata – questi atti di violenza contro chi non c’entra nulla non si possono giustificare e chi li fa si mette dalla parte del torto». In zona molti hanno condannato la protesta in strada, e ovviamente il calcio alla portiera. Ma soprattutto su Facebook, alcuni commenti sono stati pesantissimi.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *