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Rassa marmo bianco del Massucco si trasforma in opera d’arte

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Rassa marmo bianco dell’alpe Massucco è pregiato. L’inaugurazione dell’opera nei giorni scorsi in occasione dell’appuntamento di “Musicaltura”. E’ la prima di un museo a cielo aperto in divenire

Rassa marmo bianco protagonista

Il progetto del museo a cielo aperto nella cava del Massucco prende forma. In occasione dell’appuntamento di “Musicaltura”, numerosi appassionati di montagna si sono ritrovati in un posto magico, alla confluenza dei torrenti Sorba e Gronda, dove si ergono con grazia le tipiche case valsesiane a formare il villaggio di Rassa, vegliato dall’arcigna figura di fra Dolcino che si intuisce scolpita sull’imponente parete Calva che sostiene il pian dei Gazzari, dove si rifugiò l’eretico nel 1300.

Un cammino storico

«Il cammino lungo la dolce val Sorba offre incantevoli vedute sullo spumeggiante torrente che scorre tra boschi di faggio, abetaie e pascoli sempre più magri man mano che si sale ornati da casolari in pietra – spiega Gae Valle dell’associazione Wild, che ha lanciato il progetto -. Ma non solo, adiacente al sentiero si possono osservare le antiche carbonere e i forni per la lavorazione della calce, egregiamente ricuperati a memoria dell’antica fatica della gente di montagna». Giunti all’alpe Massucco, meta dell’escursione, la grande sorpresa della giornata: l’artista Ireneo Romano Passera era in attesa degli escursionisti per inaugurare la sua opera scolpita sul pregiato marmo bianco. “La natura risveglia i sensi” – nome della scultura – è interpretata da un viso maschile dormiente, baciato dalle cascate che precipitano dalle rocce scoscese dei monti, raffigurati in un viso femminile.

L’opera d’arte

«Una magnifica opera d’arte, che con il suo candore spicca nella vallata, valorizzando il territorio e restituendogli una pagina di storia – riprende Gae Valle -. Dopo 500 anni dall’ultima scultura realizzata con il marmo del Massucco, una nuova opera dall’importante e magnifica interpretazione artistica si aggiunge al patrimonio delle nostre terre alte, ma con una valenza particolare: l’opera d’arte rimarrà in loco, su all’alpe. La prima di un museo a cielo aperto in divenire, a testimoniare la nostra storia e che cultura e ambiente sono ricchezze di cui l’umanità non può rinunciare».

Storia del progetto

Al museo “Reisga brasei” di Rassa è stato illustrato il progetto “Da sogni di pietra alla pietra dei sogni” in presenza del sindaco di Rassa, Luca Cerutti, che ha ringraziato l’artista per la sua opera con la quale ha ridato eco al valore del marmo bianco del Massucco; mentre lo storico Cesare Locca, con linguaggio semplice e comprensibile a tutti, ha spiegato la formazione delle rocce e la magia di come ci viene restituito il marmo, materia viva. La sua relazione è stata coinvolgente quando ha evidenziato come un’idea, l’impegno di persone sensibili, l’estro di un’artista possono concretizzarsi in un’opera artistica quale simbolo di salvaguardia dell’ambiente ed esempio di valorizzazione del territorio.

L’emozione di Passera

L’artista, con evidente commozione, ha ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto durante le lunghe giornate all’alpe, e ha illustrato le difficoltà incontrate durante la scultura, di come ha dovuto lavorare con martello e scalpelli adattandosi alle imperfezioni del masso marmoreo. Gae Valle ha precisato: «Una “prima pietra” posata grazie alla collaborazione di Danilo Bordiga, Battista Granelli, Tiziano Cornelli, Michele Podini, Paolo Antonini, Sergio Ferraris, il pastore del Massucco Roberto Chiara e non ultimo Renato Calzino».

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