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«Salvare i vitigni doc di Gattinara ma senza uccidere Bambi»

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Nei giorni scorsi l’Enpa di Borgosesia ha inviato al sindaco Daniele Baglione un documento redatto dall’Ufficio tutela fauna selvatica

Nei giorni scorsi l’Enpa di Borgosesia ha inviato al sindaco di Gattinara Daniele Baglione un documento redatto dall’Ufficio tutela fauna selvatica dell’Ente protezione animali. Nel documento sono elencate varie proposte e metodi ecologici, non cruenti, che devono, per legge, essere presi in considerazione prima di ricorrere all’abbattimento dei caprioli e degli ungulati. Nei giorni scorsi il primo cittadino aveva sollevato la questione dell’eccessivo numero di caprioli e cinghiali presente sul territorio gattinarese, richiedendo alla Regione Piemonte di porre in atto un piano di abbattimento selettivo.

«Dai dati esaminati dall’Ufficio tutela fauna selvatica – dice la presidente Enpa Borgosesia, Alessandra Boccalate emerge che, benché queste specie siano normalmente cacciabili e che, già in passato, si sia ricorsi agli abbattimenti selettivi in varie parti d’Italia, i risultati non sono stati apprezzabili. Infatti il problema si ripresenta. Le motivazioni di quanto accade sono chiaramente illustrate nel documento che Enpa mette a disposizione di tutte le amministrazioni comunali. Ma quello che viene da chiedersi è perché ogni problema debba sempre essere risolto con violenza ed uccisioni, se ci sono di mezzo gli animali? Perché delle creature innocenti che cercano soltanto cibo per sopravvivere e nutrire i loro cuccioli e non per danneggiare di proposito qualcuno e qualcosa, devono essere uccise ? Perchè non ci domandiamo come mai i caprioli sono scesi nelle nostre pianure e colline?». 

«Chi ha danneggiato o modificato il loro habitat cosi profondamente da costringerli a cercare sostentamento altrove se non noi esseri umani che adesso non sappiamo far altro che accusare gli animali di qualcosa di cui non hanno nessuna colpa? Porsi queste domande e percorrere nuove strade costruite sul rispetto di tutti, umani e non, sarebbe una gran prova di civiltà e coraggio per ogni amministratore».

«Ho messo in luce un problema grave per i nostri coltivatori – risponde Baglione – per il quale occorre trovare delle soluzioni. Poi non sono certo un “sanguinario”, che vuole la caccia a tutti i costi. Se si trovano soluzioni alternative ed efficaci, sono io il primo ad esserne contento». Tra le soluzioni proposte all’Enpa, la recinzione dei terreni coltivati, piuttosto che gli anticoncezionali nel cibo degli animali.

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