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Si sta chiudendo il cerchio sui piromani di Varallo

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Potrebbero essere identificati i responsabili del rogo che un mese fa ha distrutto 15 ettari di bosco

Potrebbero essere vicine a una svolta le indagini per identificare il responsabile, o i responsabili, dell’incendio scoppiato lo scorso mese a Varallo, sui monti dietro l’istituto alberghiero. Andarono a fuoco almeno 15 ettari di bosco e fin da subito fu chiaro che l’origine era dolosa.

«La scorsa settimana – commenta il sindaco di Varallo Eraldo Botta – mi sono presentato alla stazione dei carabinieri di Varallo per sporgere denuncia contro ignoti per quanto era successo. In quell’occasione mi è stato riferito dai militari che ci sono buone possibilità che i colpevoli vengano identificati».
Al momento ci sono degli indiziati, persone che i militari stanno controllando per verificare l’attendibilità delle prove raccolte finora.

Era l’8 aprile quando dal centro di Varallo e da diverse zone del paese si sono viste salire verso il cielo le prime colonne di fumo; le fiamme hanno conquistato in poco tempo gran parte dei boschi, mettendosi in mostra agli occhi dei cittadini. Per tre giorni vigili del fuoco, volontari dell’Aib, elicotteri e canadair furono impegnati nello spegnimento del rogo; e anche nei giorni successivi, per via del terreno molto caldo, del clima secco e del vento, molti uomini restarono sul posto per scongiurare eventuali focolai e per concludere le operazioni di bonifica. L’incendio provocò ingenti danni, altissime le spese per contenerlo.
«E’ assurdo al giorno d’oggi compiere azioni di questo genere e pensare di non venir scoperti – aggiunge Botta -. A vigilare sul territorio ci sono le telecamere, che se non sono quelle comunali sono dei privati o delle aziende, e i cellulari dicono sempre dove sei stato e quando. Le forze dell’ordine, che ringrazio per il loro operato, stanno seguendo con attenzione una pista e tutti gli indizi sembrano condurre dalla stessa parte. E’ possibile che le indagini vengano presto chiuse».

Una volta identificati, i responsabili verranno denunciati e l’iter giudiziario seguirà il suo corso, con percorsi differenti a seconda se si tratterà di minorenni o maggiorenni. Proprio come sta succedendo a Franco Machetto, allevatore di 47 anni di Camandona, accusato di aver appiccato il fuoco nel 2015 in Valsessera: allora boschi e pascoli bruciarono per dieci giorni, solo per i canadair vennero spesi 500mila euro. Alla sbarra, l’uomo ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il 31 maggio si conoscerà la decisione del giudice.
Una volta identificati i responsabili dell’incendio di Varallo si saprà se all’origine delle fiamme c’è stato un momento di disattenzione o invece un gesto volontario.

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