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Tra Maggiora e il Sacro Monte, in 78 alla camminata alpina

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Dodici ore di cammino sui sentieri che collegano la Bassa Valle alla Nuova Gerusalemme.

Sono stati 78, domenica scorsa, i partecipanti alla 16esima camminata-pellegrinaggio da Maggiora al Sacro Monte di Varallo.

Gli alpini della squadra di protezione civile di Maggiora hanno reso agibile un percorso in parte nuovo, leggermente più lungo (circa 35 chilometri) ma scorrevole, riparando, sul vecchio tracciato, i guasti provocati dalle ultime nevicate.

In 58 sono partiti secondo l’orario stabilito delle 4,45 da Maggiora; al passo della Cremosina, intorno alle 8, si sono aggiunti altri camminatori portando il totale a 78. Varia l’età dei partecipanti, dai 14 anni della bravissima Silvia ai 75 del “vecio” Augusto Cerutti, già capogruppo degli alpini borgomaneresi. Ad Orsanvenzo, assieme agli alpini del locale gruppo (che hanno aperto la loro “farmacia alpina” con prodotti offerti dal ristorante La Topia e dalla famiglia Rastelli) si è svolta la prima delle cerimonie previste a ricordo dei Caduti.

La lunga marcia è poi proseguita alla volta del rifugio Primatesta, aperto per l’occasione dagli Amici della Montagna di Borgosesia. E’ iniziata quindi la discesa verso Varallo, con l’immancabile sosta al rifugio degli alpini di Roccapietra.

All’arrivo nel centro storico di Varallo si è formato un corteo con lo striscione del gruppo Ana di Maggiora ad aprire la fila, seguito dalle bandiere italiana ed europea, dai gagliardetti dei dei gruppi alpini Maggiora, Ghiffa, Borgomanero e Gozzano e da 10 tricolori portati da altrettanti alfieri. Lungo la rampa finale al Sacro Monte si è aggiunto il gruppo di pellegrini di Maggiora e Cureggio, guidato dal parroco don Salvatore Gentile.

Pellegrini e camminatori hanno attraversato insieme la Porta Santa della basilica, dove don Salvatore ha celebrato la messa in ricordo di don Franco Mora già parroco di Ghiffa e Maggiora, che nel 2000, altro anno giubilare, fu il promotore della camminata. E’ stata recitata anche una preghiera per suor Nemesia, sorella di don Franco, da tempo sofferente. La preghiera dell’alpino, depurata da ogni riferimento alle armi, ha chiuso la giornata.

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