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Un’educatrice di Gattinara alla corte del Gianduja

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La 27enne Serena Soro ha fatto parte del seguito del Carnevale di Torino

Una gattinarese alla corte di Gianduja. La 27enne Serena Soro ha fatto parte del seguito delle due maschere regine del Carnevale di Torino: il Gianduja e la Giacometta. Laureata in programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, di mestiere educatrice, Soro si è trasferita stabilmente nel capoluogo circa un anno fa. «Sono molto affezionata a Gattinara, dove ho trascorso tutta la mia infanzia e adolescenza – racconta – il trasferimento a Torino è avvenuto per motivi di studio ormai otto anni fa: per molto tempo è stata una seconda base che alternavo a Gattinara». Soro ha partecipato ai primi Carnevali torinesi nel 2015.

Ad avvicinarla a questo mondo è stato il teatro: «Durante il periodo universitario ho frequentato i corsi professionali della Fondazione Teatro Nuovo di Torino – spiega -, che collabora da molti anni con la Famija Turinèisa; è un’associazione culturale che tramanda le tradizioni popolari torinesi e piemontesi, promuovendole anche tra i giovani. Dal 1926 la Famija turinèisa riprende le figure del carnevale e con queste il Gianduja, che viene eletto con un vero atto notarile in Comune. La collaborazione con il teatro nasce dalla necessità di avere un seguito di ragazze che impersonino le figlie di Gianduja: le Giacomette. Io fui selezionata per questo scopo».

Per essere una “Giacometta”, però, non basta infilarsi un costume: «Anche se può sembrare banale, non lo è: ci dovevamo e ci dobbiamo impegnare a imparare balli della tradizione folcloristica, avere cura del costume, che rappresenta le fioraie di fine 1700, essere pronte a sorridere sempre e a nascondere la stanchezza – sottolinea -; a pochi giorni dall’inizio dell’avventura si rese palese la necessità di avere un coordinamento all’interno del gruppo delle Giacomette. Daniela Piazza, presidentessa della Famija Turinèisa, ritenne fossi io la persona più adatta a ricoprire questo ruolo. Ne fui molto onorata».

L’esperienza alla corte di Gianduja si è rivelata unica: «In questi anni ho avuto la possibilità di vivere il carnevale torinese in tutte le sue forme, dalle visite alle autorità che danno la possibilità di accedere a luoghi altrimenti inaccessibili e carichi di storia, alle visite ai bambini nelle scuole e agli anziani nelle case di riposo, fino a quelle ai carnevali di altre città come Ivrea, Santhià, Gattinara, Mondovì e altre – racconta entusiasta – le emozioni che si provano sono davvero molte e spesso intense, qualche volta al punto da dover trattenere una lacrimuccia».

Ma Soro è molto affezionata anche al carnevale gattinarese: «Negli anni ho partecipato molte volte al carnevale della città del vino, nei gruppi delle cavalcate con più frequenza e una sola volta su un carro – ricorda -; alcune volte ho collaborato con l’attuale comitato per il carnevale dei bambini in cui facevo animazione e trucca bimbi». E quest’anno ha potuto prendervi parte nei panni della Giacometta: «È stata un’emozione indescrivibile – dichiara – sia perché Gianduja era ospite per la prima volta della città, e da buona gattinarese amante del carnevale questo poteva solo inorgoglirmi, sia perché ho davvero sentito l’affetto delle persone che mi circondavano. Credo che ricorderò a lungo l’emozione di entrare sfilando nella “mia” piazza portando la tradizione del nostro Piemonte».

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