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Una coppia di Roasio protesta per il santuario: «A Oropa non si può girare in carrozzina»

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La risposta del rettore don Michele Berchi: «E’ vero, non siamo ancora riusciti a risolvere il problema dell’accesso alla Basilica Antica»

Una giornata al santuario di Oropa si trasforma in una “Odissea” per una coppia di Roasio. Il problema? La carrozzina con cui l’uomo è costretto a muoversi. Con una lettera aperta Franca Beccaro Micheletti ha voluto raccontare la sua vicenda e la risposta del rettore del santuario mariano don Michele Berchi è stata: «Ha ragione».

«Mio marito, nel giorno del nostro 40° anniversario di nozze, mi ha chiesto di andare a Oropa -. Con mia figlia saliamo al santuario e si inizia a cercare un parcheggio. Ne troviamo uno per disabili. Scendiamo e mio marito si siede sulla sua sedia a rotelle. Sembra tutto troppo facile, ma appena arriviamo davanti al santuario compaiono i gradini della chiesa». E iniziano i problemi: «Ci ricordiamo che sul lato c’è il passaggio per i disabili, ma non esiste più. Impossibile penso io che non sia agibile a tutti, nel frattempo vedo arrivare un gruppo di persone con lo stesso problema. Il disabile viene portato da loro e noi facciamo lo stesso: io e mia figlia sorreggiamo mio marito per fare quei quattro scalini, in diversi ci aiutano e riusciamo a entrare in chiesa».

La donna racconta ancora: «Un ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno aiutato. Parlando in seguito con una persona che lavora in santuario ci viene detto che chiusa la Porta Santa, tutto è diventato complicato, che la prossima volta potremmo entrare in auto fino al nuovo passaggio. Mi sono posta una domanda: in Santuario ci vanno tutti, ma soprattutto gli ammalati, per chiedere una grazia, per una preghiera, Perchè non fare in modo che tutto sia più semplice? Non chiudeteci fuori. E parlo a nome di tutte quelle persone che non riescono a fare movimenti semplici che facciamo tutti noi che ci dichiariamo “sani”».

La lettera di protesta della donna di Roasio ha colpito il rettore don Michele Berchi che ha voluto subito rispondere. «La prima cosa che mi viene da dire con sincerità è una sola: la signora ha ragione. La seconda è “grazie di aver scritto”, anche se può essere più efficace, la prossima volta, una lettera diretta al Santuario». E aggiunge: «Ad Oropa il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche è veramente un gran problema e non sono facili le soluzioni. Da questo punto di vista le cose che siamo riusciti a fare ultimamente sono due: l’ascensore che permette di superare il dislivello della grande scalinata regia, e una batteria di bagni riscaldati interamente dedicata alle persone disabili. “E’ il minimo!”, dirà lei.

«E con ragione. Non siamo ancora riusciti a risolvere il problema dell’accesso alla Basilica Antica, cioè al “cuore del Santuario”, ma, mi creda, non per cattiva volontà. I problemi sono di due tipi: economici e di conformità architettonica. Le soluzioni che sembrerebbero di buon senso, in realtà non si possono adottare perché occorre rispettare certi canoni architettonici, storici, di bellezza; le soluzioni che rispettano tutte queste condizioni, invece, non sono alla nostra portata economica. Le garantisco che il sottoscritto, da quando è a Oropa si sta dibattendo in questo problema. L’anno scorso siamo stati “graziati” dal fatto che, avendo allestito la Porta Santa, ci siamo imposti di realizzare qualcosa che tenesse conto delle carrozzelle e, confidando nella Provvidenza, abbiamo costruito una costosa passerella che tutti i pellegrini ricorderanno e che permetteva l’accesso a tutti i disabili. Ma queste cose si possono fare solo temporaneamente e, ancor prima che finisse l’Anno Santo, ci è stato ingiunto tassativamente di ricordarci che a fine novembre, appunto, l’Anno Giubilare finiva e che, quindi, bisognava smontare tutto. E noi che speravamo di arrivare almeno fino a Natale».

Ma una soluzione potrebbe arrivare: «Alcuni generosi donatori, fidandosi delle nostre indicazioni, ci hanno messo a disposizione una somma che ci permetterà di allestire una rampa elevatrice che monteremo nell’entrata coperta di destra della Basilica (per capirci: quella che resta sotto i portici). Una rampa che potrà contenere fino a tre carrozzelle contemporaneamente e permettere di superare il dislivello e trovarsi praticamente all’altezza della Chiesa».

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