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Cronaca

A Ghemme boschi ”vietati” per colpa del percolato

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Il fatto è che non ci sarebbero i soldi per la manutenzione del sito

«Nessun pericolo imminente per la salute pubblica». Dopo il blitz della Forestale alla maxi discarica di Ghemme tutti lo ripetono. Ma in paese, com’è ovvio, la preoccupazione della gente è tanta perché sapere che tra i boschi intorno all’impianto c’è del percolato, cioè del liquido che cola dalla montagna di rifiuti, non può certo far stare allegri. Gli ettari di bosco sequestrati dai militari sono circa 60, la gran parte sul territorio di Ghemme, una piccola fetta su quello di Cavaglio d’Agogna.

«Quest’area boschiva – si legge in un comunicato emesso dal Corpo Forestale – resterà interdetta all’accesso di chiunque non sia stato previamente autorizzato dall’Autorità Giudiziaria. Il sequestro è finalizzato all’acquisizione di evidenze probatorie utili a definire tutte le eventuali responsabilità giuridiche della società che gestisce la discarica, già denunciata all’autorità giudiziaria per l’inottemperanza alle prescrizioni previste per la definitiva messa in sicurezza del sito stesso. In particolare, oggetto di approfondimento, è stato, e sarà ulteriormente, la fuoriuscita di percolato all’esterno del sito di discarica, nell’area boschiva limitrofa oggetto di sequestro. La prossima e conseguente azione investigativa sarà mirata a meglio qualificare e quantificare il danno ambientale prodotto in conseguenza a tale fuoriuscita di percolato. Inoltre, è utile ribadire che, allo stato non emergono motivi di imminente e grave pericolo per la pubblica incolumità. Il sito, per i consueti canali amministrativi, è permanentemente sottoposto a monitoraggio e controllo da parte dell’Autorità sanitaria, a garanzia della salute pubblica. L’intervento dei giorni scorsi si inserisce, piuttosto, nell’ambito dell’azione giudiziale, finalizzata ad accertare la gravità dell’alterazione ambientale dell’area circostante la discarica e le eventuali responsabilità soggettive del titolare del diritto di concessione. Come attestato anche da quest’ultimo intervento, il livello di attenzione sul sito, anche da parte dell’Autorità Giudiziaria, è massimo. L’impegno del Corpo Forestale dello Stato, unitamente a quello di Arpa Novara, viene mantenuto al massimo grado, senza soluzione di continuità». 

Trovare una soluzione al problema non sarà facile: la discarica non riceve più rifiuti dal 2008, ma nel frattempo la Daneco non ha provveduto a ultimare il capping, cioè a ricoprire la massa di rifiuti con uno strato di terra e non ci sarebbero i soldi per la manutenzione del sito, oltretutto sotto sequestro dall’inizio dell’anno. La Provincia di Novara spera di riscuotere il milione e 200mila euro della fidejussione versata dall’azienda, ma ammesso che riesca a farlo la cifra potrebbe comunque non bastare per la bonifica del sito.