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Cronaca

«Aspetto un figlio da te». Truffa da 14mila euro a Rimella

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neonata muore

«Aspetto un figlio» e chiede soldi per interrompere la gravidanza: ma era una truffa.

«Aspetto un figlio» ma è una truffa

E’ una truffa davvero incredibile quella andata in scena cinque anni fa e poi finita in tribunale. Un uomo per diverso tempo aveva pensato di diventare padre, ma la compagna si era allontanata dicendo di voler abortire. Forse a malincuore aveva anche accettato la decisione. Alla fine aveva sborsato qualcosa come 14mila euro per spese sanitarie, in realtà la ragazza non era assolutamente incinta e non si era mai sottoposta ad alcun intervento. Ad essere raggirato un 35enne di Rimella.  La truffa del falso aborto per un po’ ha pure funzionato, in poco tempo infatti aveva fruttato diverse migliaia di euro. Ma alla fine il “castello” costruito non era più credibile di fronte alle continue richieste di soldi per svariati problemi di salute. In realtà la donna godeva di ottima salute, per sua fortuna.

Un copione già testato

Suo malgrado aveva scoperto che la 26enne di Gozzano di origine marocchina con cui intratteneva una relazione era una abile truffatrice. Il “giochino” infatti l’aveva già provato in modo simile con altri ex compagni amanti ricavando sempre qualche migliaia di euro.
Alla fine in tribunale la donna di 26 anni è stata condannata a nove mesi di reclusione e a una multa di 400 euro con la condizionale, pena più mite rispetto alla richiesta di un anno di condanna avanzata dal pubblico ministero, mentre l’avvocato difensore Anna Nicolazzi aveva ha cercato di sollevare la mancanza di dolo.

Mille euro

L’ex fidanzata aveva fatto credere al valsesiano di essere incinta di lui, comunicandogli però l’intenzione di voler interrompere la gravidanza. Però aveva bisogno di soldi. E così aveva deciso di chiedergli come prima somma un migliaio di euro. Poi però le richieste, sempre motivate da presunte questioni sanitarie, sono andate avanti. La vicenda risale a cinque anni fa. I due giovani si erano lasciati da qualche tempo quando la giovane si era rifatta viva spiegando di essere incinta. Era sicura che il figlio che portava in grembo fosse dell’ex, ma non lo voleva tenere. Aveva raccontato di avere già organizzato tutto per un aborto in una clinica sul Lago Maggiore, ad Angera, ma ci volevano 1000 euro, per iniziare. Aveva chiesto di non parlarne con nessuno. Il giovane valsesiano aveva pagato e taciuto inizialmente.

I dubbi

Poi qualche tempo dopo sempre la donna si era fatta di nuovo viva spiegando che aveva bisogno di altri soldi. L’uomo alla fine ha deciso di rivolgersi ai carabinieri che hanno avviato le indagini del caso. Si è scoperto che la donna non era mai stata ricoverata in alcuna clinica per una interruzione di gravidanza e non aveva mai avuto alcuna complicazione. Da qui è partita la denuncia, poi il processo e la condanna.
Insomma facendo leva sulla buona fede dell’uomo era riuscita a farsi consegnare diverse migliaia di euro, ma quando le richieste sono continuate l’uomo ha capito che qualcosa non andava.

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