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Cronaca

Crevacuore, è tornata a casa la famiglia avvelenata dal monossido

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A rimanere intossicate dal gas fuoriuscito dalla stufa, quattro persone di origini senegalesi residenti vicini al torrente Bodro 

Una disavventura che difficilmente potranno dimenticare. Adesso però lo spavento sembra passato e la famiglia senegalese salvata dai vigili del fuoco dopo aver inalato il monossido di carbonio fuoriuscito dalla stufa è tornata a casa, a Crevacuore. In tre sono stati sottoposti al trattamento in camera iperbarica. L’abitazionea è agibile, soltanto la stufa non potrà essere utilizzata. «E’ stato un grande spavento – spiega il sindaco Massimo Toso -, ma la famiglia ha ricevuto tutte le cure del caso e ora è tornata a casa. Per fortuna, nulla di grave. Ora dovrà comunque sistemare la stufa o il camino, ma l’importante è che tutti siano bene. Tra l’altro sono persone ben inserite nella comunità».

Anche la mamma e il figlio hanno dovuto ricorrere al trattamento nella camera iperbarica per aver respirato le esalazioni della stufa. Nella sera tra sabato e domenica la famiglia di origine senegalese residente nel centro di Crevacuore è rimasta intossicata dal monossido. Subito è scattato l’allarme, all’interno dell’abitazione c’erano madre di 34 anni con i figli di 11 e 7 anni, oltre al genero di 37. Ed è stato quest’ultimo il più grave. Già domenica era stato sottoposto al trattamento in camera iperbarica nella clinica dei “Cedri” di Fara riuscendo a riprendersi.

Madre e figlio di 11 anni invece erano stati portati inizialmente all’ospedale di Borgosesia, le loro condizioni però sono peggiorate dopo il ricovero. I medici quindi anche per loro hanno deciso di procedere con il trattamento e nella giornata di lunedì sono stati trasferiti a Fara, sempre nella clinica dei “Cedri” per le cure del caso. Erano le 3 di notte tra sabato e domenica quando è partito l’allarme ai vigili del fuoco, con i primi sintomi di avvelenamento che stavano cominciando a manifestarsi. Sono arrivate due squadre di operatori, una dei volontari del distaccamento di Ponzone, un’altra da Biella. Con loro anche due ambulanze del 118 e una pattuglia di carabinieri.

La stufa è stata sequestrata, si deve infatti capire cosa non ha funzionato e perchè si è verificata la fuoriuscita del monossido di carbonio. Come detto la famiglia abita nei pressi del torrente Bodro in una casa privata. Nei giorni scorsi tutti sono tornati a casa e hanno ripreso la propria vita. La famiglia senegalese deve ringraziare i soccorritori del 118 e i vigili del fuoco di Ponzone e Biella che sono stati i primi a intervenire entrando in casa con le apposite maschere e portando al sicuro bambini e adulti. Il personale del 118 è riuscito poi a stabilizzare i pazienti e portarli quindi al pronto soccorso di Borgosesia per le cure del caso.

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