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Cronaca

Giuseppe Ferraris l’alpino che incontrò don Pollo prima del sacrificio

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Giuseppe Ferraris nacque a Quare di Campertogno il 25 giugno 1915. Ha trascorso gli ultimi anni alla Montata di Piode

Giuseppe Ferraris, una vita retta dalla fede

Piode e tutta l’alta Valsesia hanno dato l’addio a Giuseppe Ferraris, “Pinotto” (o “Pinotu”) per gli amici e i conoscenti. Nato il 25 giugno 1915 a Quare di Campertogno, è sempre rimasto legato alla Valsesia. Gli ultimi anni li ha trascorsi con la sua famiglia a Piode in frazione Montata.  Tanti i ricordi, riannodati da Piera Mazzone. «La sua vita lunga e operosa è stata retta dalla fede in Dio e dalla fiducia nella Vergine Maria. Ebbe come valori supremi l’onestà e la carità, che applicò e trasmise in ogni sua azione, dal lavoro di falegname all’impegno come amministratore nel suo Comune, sino alla presenza nella vita religiosa della comunità».

Il legame con gli alpini

«Ricordando gli anni della seconda guerra mondiale è emersa la sua conoscenza, avvenuta durante la traversata per l’Albania, con don Secondo Pollo, cappellano militare di origine vercellese morto durante il tentativo di salvare un commilitone rimasto ferito. L’esempio di don Pollo fu per “Pinotto” un insegnamento che rafforzò ancor di più la sua fede». Per le precarie condizioni di salute Pinotto fu rimpatriato prima della fine del conflitto.

La vita in Valsesia

Pinotto si riprese, avviò l’attività di falegname, sposò Elvira, da cui ebbe quattro figli: Rita, Gemma, Germano e Mariangela. Fece in tempo anche a diventare bisnonno. «La fede e l’amore dei famigliari lo aiutarono a superare i lutti, dalla morte della moglie alla prematura scomparsa della figlia Rita. “Pinotto” era un gentiluomo, amava la musica e il canto, ma sapeva anche intrattenere conversazioni profonde, in cui emergeva la sua cultura, e soprattutto un’intelligenza del cuore che gli permetteva di comprendere l’animo umano», termina Mazzone. “Pinotu” era il decano degli alpini.

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