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Cronaca

In carcere la banda della rapina di Caresanablot

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La banda della rapina di Caresanablot è finita dietro alle sbarre

C’è anche un uomo di Masserano tra gli arrestati per la rapina alla Biverbanca di Caresanablot a Vercelli messa a segno lo scorso 21 giugno. La Polizia ha portato a termine l’operazione “Au revoir” con quattro custodie cautelari in carcere ed una misura cautelare degli arresti domiciliari. Quel pomeriggio, infatti, un individuo con il volto travisato da un casco integrale da motociclista di colore nero con strisce rosse, armato di “taser”, commetteva una rapina ai danni dell’istituto bancario di Caresanablot. Faceva ingresso all’interno dell’istituto approfittando degli istanti in cui i due dipendenti – un uomo (che si scoprirà poi essere un complice) e una donna – terminato l’orario di lavoro, si accingevano ad uscire dalla struttura. Il malvivente, all’apertura della porta girevole, spingeva con violenza i due soggetti all’interno dell’edificio e sotto la minaccia del taser li obbligava a disinserire l’allarme e, successivamente, ad aprire la cassaforte dalla quale prelevava 150.000 euro in contante. L’uomo si allontanava salutando in francese: “Au revoir!” – da qui il nome dell’operazione.

La squadra mobile di Vercelli, intervenuta sul posto, si metteva sin da subito all lavoro. Grazie all’attenta visione delle immagini si riusciva ad individuare il mezzo da cui era sceso e poi risalito il rapinatore: un furgone, un Opel Vivaro di colore scuro, affiancato da una Citroen C3 di colore bianco che fungeva da “staffetta e sentinella”. Solo una serie di certosini ed accurati accertamenti incrociati, effettuati con le concessionarie e le banche dati in possesso delle forze dell’ordine, permettevano di risalire ai due proprietari ed utilizzatori dei mezzi utilizzati per la rapina. Da qui iniziava un’attività tecnica d’intercettazione telefonica ed ambientale, che permetteva di identificare la banda composta da cinque soggetti che, ciascuno con responsabilità diverse, aveva preso parte a tale attività criminosa.

Si tratta di Pietro Zocco, classe 1968 di Vercelli con il ruolo di intermediario; Salvatore Bettini, classe 1981 residente a Vercelli che è stato l’organizzatore del colpo; Roberto Martinotti, classe 1959 e direttore della banca in questione; Franco Coppola, classe 1970 di Masserano e intermediario: Silvio Iadanza, classe 1989 di Benevento, esecutore materiale della rapina.

Più nello specifico, si è appurato che il gruppo criminale, dopo il colpo del 21 giugno, si era nuovamente composto in questa provincia per perpetrare una nuova rapina, questa volta nella villa di un facoltoso soggetto, sempre sulla base di informazioni fornite dal direttore pro tempore dell’istituto bancario che quindi, oltre a “vendersi” la propria filiale aveva deciso di “vendersi” anche un importante cliente ed amico: per motivi organizzativi la rapina in villa però non venne più realizzata ma, nonostante ciò, Iadanza Silvio, prima di fare rientro in Campania, decideva comunque, da solo, di tentare un nuovo colpo presso la stessa banca dove aveva già operato, sempre utilizzando come arma il taser, in modo da non tornare a mani vuote a casa.

Quel giorno, però, il 27 luglio, ad attenderlo c’erano gli uomini della Squadra Mobile di Vercelli che seguivano le mosse dei delinquenti oramai da tempo. Dopo essere stato tratto in arresto, Iadanza Silvio decideva di rendere dichiarazioni che confermavano il quadro indiziario sopra descritto; inoltre, grazie alle sue confessioni si riusciva a rinvenire e sequestrare, all’interno di uno scooter lasciato in custodia dal direttore pro tempore ad una ditta della provincia, la somma di 17.000 euro, denaro provento della rapina.

Il giovane forniva poi ulteriori indicazioni che consentivano di rinvenire, nei pressi di un giardino pubblico, celata tra i rovi, una pistola a tamburo cd. “a salve” modificata ed in grado di sparare quasi come una normale pistola, probabilmente da utilizzarsi nella rapina in villa andata a vuoto. Vista la fattiva collaborazione del malvivente, una volta convalidato l’arresto, veniva disposta nei sui confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari nel suo paese, a Montesarchio (Benevento). Successivamente si è proceduto agli altri arresti: Franco Coppola era pronto a partire per il Marocco, paese di origine della moglie, e dileguarsi.

Per i restanti tre rapinatori della banda si è proceduto agli arresti: Martinotti e Bettini sono stati fermati nelle proprie case, mentre Zocco a Rimini dove era in vacanza con la famiglia. Le perquisizioni eseguite hanno permesso, per ora, di recuperare la somma di 25.000 euro, provento della rapina. In più sono state sequestrate, le schede telefoniche utilizzate per le telefonate inerenti l’attività criminosa e carte prepagate dove si ritiene che i malviventi abbiano depositato parte del loro provento.

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