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Cronaca

Omicidio Vercelli: forse la donna uccisa con il doccino

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condanna ergastolo

Omicidio Vercelli: forse la donna uccisa con il doccino del bagno. Il figlio resta in carcere: il gip non crede alla sua versione e conferma invece l’ipotesi della premeditazione.

Omicidio Vercelli: forse la donna uccisa con il doccino

Caleb Merlo respinge le accuse di omicidio della madre adottiva Paola Merlo. Martedì l’indagato ha risposto alle domande del Gip in oltre due ore di interrogatorio. Ha continuato a dire di aver trovato la madre riversa in un lago di sangue dopo che era rientrato dal bar. Ma il gip di Vercelli non gli crede e conferma il suo fermo in carcere. Anzi, conferma anche l’ipotesi della premeditazione emersa dalle indagini. Vale a dire, la donna non sarebbe stata uccisa durante un raptus improvviso, ma il 38enne originario del Camerun avrebbe invece pianificato l’azione cercando anche di costruirsi un alibi.

Forse uccisa con il doccino

Per quanto riguarda l’arma del delitto, gli investigatori si sono concentrati soprattutto sul doccino, perlatro trovato staccato dal tubo. L’uomo ha detto di averlo rotto in un momento di esasperazione dopo aver trovato la madre morta, ma la scientifica sta invece verificando se invece sull’oggetto non vi siano tracce di sangue. La forma sarebbe compatibile con i colpi inferti alla donna.  Caleb Merlo si era distinto negli anni come un ragazzo educato e per bene che si era sempre impegnato, anche sul fronte dei diritti degli immigrati. Ma negli ultimi tempi, come traspare dalle valutazioni della Polizia, soffriva di ludopatia: e alla fine la madre gli avrebbe imposto di trovarsi un lavoro, negandogli altri soldi. Proprio una richiesta di denaro alla madre sarebbe alla base del delitto di cui è accusato.

Nella foto Caleb Merlo

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