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Cronaca

Processo Di Giovanni, tre condanne per 15 anni totali di carcere

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Il clan di Prato Sesia alla sbarra; assolto il gestore del night club

Sei anni di carcere e 5mila euro di multa a Ignazio Di Giovanni, figlio di “Pino”, e per Francesco Pirrello. Tre anni e 2mila euro per Angelo Migliavacca. Condanne inflitte ieri dal tribunale di Novara a tre personaggi implicati nel processo “Bloodsucker”, quello che riguarda gli affari che ruotavano attorno alla famiglia Di Giovanni, residente tra Prato Sesia e Romagnano, e un gruppo di stretti collaboratori. Si parla di un vasto giro di riciclaggio, usura ed estorsione.

 

Ingnazio Di Giovanni è stato considerato l’erede degli affari di suo padre, già condannato lo scorso anno a più di dieci anni di carcere: i reati contestati sono associazione a delinquere ed estorsione. Pirrello è invece stato riconosciuto come l’uomo che riciclava e ripuliva il denaro proveniente da giri illeciti, mentre Migliavaca aveva riciclato un assegno.

 

Assolto invece Pierluigi Baglivi, ex estore di un night a Prato Sesia, che secondo il pm era una sorta di ritrovo del clan malavitoso: non sono emerse prove, nemmeno che nel locale ci fossero armi. Assolti anche due carabinieri che all’epoca erano in servizio nella stazione di Fara, finiti nei guai in modo indiretto, per la presunta modifica di un verbale a carico di un autista dei Di Giovanni. Prescritto invece il reato contestato a Ignazio Di Giovanni, a processo per detenzione di armi. I legali hanno già annunciato ricorso in appello contro le condanne.

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