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Cronaca

Un ciclista sgrida i ciclisti: rispettate gli automobilisti

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Spiacevole episodio per Claudio Brandoni, presidente onorario dell’UC Pratese

Va in bicicletta da 50 anni, ma mercoledì mattina, quando alla guida della sua auto ha visto un ciclista uscire da una strada senza rispettare lo stop, ha prima protestato e poi ha ricevuto pure degli insulti. Claudio Brandoni, 68 anni, socio fondatore e presidente onorario dell’Unione Ciclistica Pratese ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza. «Stavo tornando a casa da Borgomanero in macchina – racconta – e un ciclista è uscito in maniera sconsiderata dallo stop dalla strada che dalla Baraggia di Boca porta alla statale per Romagnano, senza guardare se ci fossero state auto in transito. Io, più per lo spavento che per protesta, ho suonato il clacson e per tutta risposta lui ha iniziato a inveire contro di me. Ho temuto volesse mettermi le mani addosso e ho sperato di non trovare la strada bloccata per non essere raggiunto. Ero così arrabbiato che una volta arrivato a Prato Sesia, la farmacista del paese, anch’essa brava ciclista, non ha potuto fare  a meno di chiedermi cosa mi fosse successo, avendo visto la mia faccia».

Brandoni racconta l’episodio con ironia, ma l’arrabbiatura non gli è ancora passata del tutto, a qualche giorno di distanza: «Purtroppo lo sconsiderato di mercoledì è una di quelle persone che distruggono la categoria dei ciclisti agli occhi dell’opinione pubblica. Non siamo tutti così per fortuna. Dopo aver suonato il clacson, ho ripensato ai decenni passati sulla bici da corsa con entusiasmo, impegno e gioie e alle generazioni di semplici amatori e autentici atleti che ho visto crescere pedalando al loro fianco, anzi dietro di loro, visto che una volta si viaggiava in fila indiana e non affiancati ad altri».

Il presidente onorario della Pratese, oltretutto, è anche volontario della Croce Rossa e gli è capitato spesso di soccorrere ciclisti investiti: «Un mese fa a quello stesso incrocio un mio amico di Grignasco è finito a terra ed è stato soccorso dall’ambulanza, trascorrendo poi una settimana in ospedale. E potrei raccontare molti altri casi. Non rispettare il codice della strada per un ciclista è molto pericoloso, soprattutto per chi si sente padrone della strada e non un semplice utente, come invece siamo tutti. Quell’esuberante ciclista con la maglia da campione del mondo e un fisico possente, magari reduce da qualche vittoria, dovrebbe risparmiare un po’ di adrenalina per le gare. Ma non vorrei che un giorno, trovandosi a un incrocio un automobilista distratto che guida sopra pensiero e che non si accorge del suo “stop volante”, si ritrovi in un lettino dell’ortopedia (cosa che non gli auguro) o in un trafiletto in cronaca col titolo “Il poveretto ha avuto la peggio…”. Certi atteggiamenti dei ciclisti, in spregio alle più elementari norme del buone senso e del codice stradale, fanno male a tutto il nostro movimento, ma a volte anche alla salute di chi compie certi gesti».

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