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Cultura e turismo

La Valsessera domenica ricorda don Secondo Pollo

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Fulvio Pacileo ricorda la figura del tenente cappellano degli alpini

Don Secondo, Tenente Cappellano degli Alpini tra i ranghi del Battaglione Alpini “Val Chisone”, il 26 gennaio 1941 cadeva sotto il fuoco della mitraglia avversaria presso Dragali (Montenegro), dove operava il suo Battaglione. Il Beato, vittima sacrificale per i suoi alpini, in un impeto di amore e cristiano altruismo, al drammatico grido “Mama, j an ciapami” di un alpino, accorreva in suo soccorso incurante della propria incolumità fisica. Nell’esporsi, veniva feralmente colpito da un proiettile dell’avversario che gli recideva l’arteria inguinale sinistra. Ancora una volta — per l’ultima — aveva ubbidito alla legge della compenetrazione e dell’altruismo cristiano. Copiosamente sanguinante, veniva soccorso dal caporale alpino SORBA il quale veniva, a sua volta invitato a soccorrere prima gli altri feriti perché “hanno più bisogno di me”. Incaricava lo stesso militare di far chiamare subito il incaricato di avvertire il cappellano militare del Battaglione Alpino “Val d’Orco”, al quale consegnava la Teca con le Ostie ed il contenitore con l’Olio Santo. Tracciò con la mano il Segno della Croce e, nello spasmo del dolore, ma nella serenità della Sua fortezza, rendeva la sua anima all’Onnipotente pronunciando fievolmente: “Vado a Dio che è tanto buono” .Questa è la testimonianza oculare del suo caporale Giovanni SORBA, classe 1912. La fama del Cappellano militare si era diffusa anche nella zona di operazioni, tanto che alcune donne musulmane riferivano di aver conosciuto un Santo “pope” di nome Don Pollo. Conquistò con l’amore tutti: Ufficiali, Sottufficiali e militari, anche la gente di quel luogo di altre religioni. I suoi alpini lo amavano e lo ammiravano profondamente. Ecco in estrema sintesi il vissuto del Beato. La Patria lo onora con una Medaglia d’Argento, l’Onnipotente gli ha concesso un posto d’onore fra i suoi eletti: quello dei Santi. Tutte le penne nere gli vogliono profondamente bene e lo venerano con fede estrema; è il loro protettore, il loro modello da imitare. Non di meno, dall’alto, come segno rassicurante, il Beato “strizza l’occhio” a tutti gli alpini d’Italia come per dire: Bravi! Anch’io vi amo! Va bene come agite! Ecco perché gli alpini di Postua hanno, unitamente a quelli della Valsesiana e di Vercelli, voluto promuovere la solenne cerimonia che si terrà domenica mattina 24 luglio  nella chiesa parrocchiale di Postua, ove sarà presente una reliquia del Beato. Don Secondo è stato un disegno voluto dal Padre per noi tutti, figli della temporaneità e, come tali , fugaci viandanti verso l’Eterno.

Fulvio Pacileo

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