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Paolo Tiramani segretario della Lega a Vercelli dopo il caso dell’insulto razzista

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Il leader uscente Borzoni aveva apostrofato duramente un soccorritore marocchino della Croce rossa: poi si era scusato, ma la bufera lo ha travolto

Paolo Tiramani diventa segretario “ad interim” anche della sezione Laga Nord di Vercelli. Il segretario provinciale (nonché sindaco di Borgosesia) rimpiazza provvisoriamente Gianpiero Borzoni, segretario della Lega cittadina, che si è sospeso dall’incarico di comune accordo con i vertici del suo partito a seguito della bufera seguita al “fattaccio” accaduto a casa di Borzoni: l’esponente leghista aveva chiamato la Croce rossa perché il padre si era sentito male, e durante l’intervento degli operatori si è lasciato andare a una tirata a sfondo razzista contro un barelliere marocchino. Poi si è scusato, ma ormai la frittata era fatta.

 

«Assumo l’interim della segreteria cittadina di Vercelli – conferma in un comunicato Tiramani -. Borzoni si è scusato, è stato un fatto privato. Come Lega ci battiamo contro il razzismo che purtroppo avviene sempre molto più spesso verso gli italiani ma non fa altrettanto notizia; riteniamo che le frasi attribuite alla persona di Gianpiero Borzoni siano state proferite in un momento di particolare stress, anche se non sono assolutamente giustificabili;  abbiamo poi visto lo stesso Borzoni scusarsi con il soccorritore in modo chiaro e inequivocabile pubblicamente attraverso un comunicato stampa».

 

«Vogliamo tranquillizzare la Croce rossa, al cui soccorritore va la nostra solidarietà, ma anche l’Anpi, e nonostante tutto pure il  Pd (che ha voluto strumentalizzare politicamente un fatto di per se condannabile ma assolutamente  privato):  i nostri esponenti politici e militanti fanno politica per la nostra gente e non “contro” qualcuno, e  mai la Lega di Vercelli ha compiuto azioni politiche  tacciabili come razziste».

 

«Nonostante le scuse di Borzoni – prosegue Tiramani – e’ in atto un vergognoso tentativo di strumentalizzazione di un fatto avvenuto in una casa privata, al di fuori di ogni terreno di attività politica,  da parte di chi ormai ha fatto capire che intende la  politica più come un “mercato delle vacche”».

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