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E’ di Grignasco l’uomo che produce l’olio migliore del mondo

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Nino Olivotto e il figlio Alex sono stati premiati a New York con il “Gold Awards”, il premio più prestigioso in questo settore

Padre e figlio uniti dalla passione per l’olio si aggiudicano un premio internazionale. L’olio prodotto in Puglia dal grignaschese Nino Olivotto e dal figlio Alex ha ricevuto il “Gold Award” al “New York international olive oil competition”, il riconoscimento più prestigioso in questo settore. La cerimonia di premiazione si è tenuta negli Stati Uniti e nei giorni scorsi l’“Olivottoil” è stato celebrato con una festa a Milano.

L’etichetta “Manhattan” ha sbaragliato una concorrenza non da poco: al concorso hanno partecipato 910 produttori, provenienti da 27 Paesi sparsi per il mondo. Un risultato che riempie di orgoglio la famiglia Olivotto, anche perchè si trattava della prima competizione alla quale partecipavano con i loro prodotti. L’avventura di Olivotto in questo mondo è iniziata quattro anni fa, mentre il legame di Nino (all’anagrafe Pier Sante) con la Puglia va decisamente più indietro nel tempo. «E’ da 40 anni che frequento la Puglia da turista – racconta il grignaschese – e, spinto dalla passione, in passato ho cominciato ad acquistare alcuni ulivi. All’inizio fare olio era un hobby, producevo qualche bottiglia che poi regalavo ai miei clienti. Quattro anni fa sono andato in pensione e, insieme a mio figlio, ho creato la “Olivotto Srl”, una società online che promuove il nostro olio extra vergine d’oliva artigianale prodotto in Salento. Vendiamo esclusivamente al consumatore finale, attraverso Amazon».

Nato e cresciuto a Grignasco, Olivotto si è laureato al politecnico di Torino e fino a quando è andato in pensione ha girato il mondo per lavoro. Si è sempre occupato di tecnologia, e il suo background professionale è diventato un valido alleato nell’attività intrapresa nel 2012. «Vivo a Isella, ma almeno sei volte all’anno vado in Puglia per seguire l’attività. Sono convinto che il cibo artigianale e il consumo consapevole siano la vocazione dell’Italia, è su questo che dobbiamo investire e puntare. Basti guardare alla quantità e alla qualità dei presidi Slow Food che abbiamo nel nostro Paese. Per quanto ci riguarda stiamo innovando la filiera; abbiamo ulivi di nostra proprietà nei Comuni di Erchie Manduria, ma ci avvaliamo anche delle olive dei migliori produttori, scegliendo in base a come è stato il clima».

Nel 2017 la Olivottoil intende commercializzare 33 quintali di olio «e i risultati ottenuti finora ci consentono di confermare questo obiettivo – conclude Olivotto -. La nostra società ha sviluppato un ecosistema di fornitori in Salento in grado di soddisfare la crescita e la volatilità della domanda. Molti di questi fornitori sono startup che entrano in sinergia di rete con noi, che ci propone come hub del sistema cliente/contadino».

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