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Ex dipendenti ”Lauro” da otto mesi senza un euro

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Nelle scorse settimane i dipendenti hanno messo nero su bianco i debiti che ancora vantano nei confronti dell’azienda valsesiana

Ex dipendenti della “Lauro” da mesi aspettano i loro soldi, alcuni devono ancora ricevere stipendi e trattamento di fine rapporto. E’ ancora in attesa di omologazione da parte del tribunale la richiesta di concordato preventivo presentata lo scorso 18 luglio dalla Lauro Spa di Borgosesia, società specializzata nella realizzazione di opere pubbliche. «Purtroppo questo genere di procedure ha tempi di attesa anche molto lunghi – spiega il sindacalista della Cgil Giovanni Fera – e il caso della Lauro non fa eccezione. L’azienda ha presentato la domanda di concordato diversi mesi fa, ma al momento l’omologa da parte del tribunale non c’è ancora e così è tutto congelato, a partire dai pagamenti».

Nelle scorse settimane, avevano tempo fino al 20 di questo mese, i dipendenti hanno messo nero su bianco i debiti che ancora vantano nei confronti dell’azienda, anche questi bloccati al momento della richiesta di concordato preventivo. «Questo procedimento serve a far sapere al giudice quanto avanza ogni lavoratore – dice ancora Fera -. Da parte sua l’azienda farà sapere quanto può dare e ci si augura di raggiungere un buon compromesso». A luglio, al momento della presentazione della richiesta di concordato preventivo, alcuni dipendenti dovevano ancora ricevere lo stipendio di giugno, la prima parte del tfr (sono state concordate tre rate per il trattamento di fine rapporto) e la “buona uscita” che era stata concordata al momento dei licenziamenti (un incentivo all’esodo pari a 400 euro). Non pervenuta anche l’indennità di mancato preavviso. La procedura di mobilità aveva riguardato, in diverse tranche, quasi tutti i lavoratori, dopo lo stop agli ultimi due cantieri ancora attivi, uno in Valle d’Aosta per la costruzione di una galleria, il secondo in Lombardia per la realizzazione di una strada. Erano stati diversi i fattori che avevano concorso al blocco dei due cantieri, non ultima la burocrazia. In sede di licenziamento è stato comunque concordato che se i lavori dovessero riprendere entro un anno e mezzo da quando sono stati interrotti, i lavoratori messi in mobilità saranno i primi a essere richiamati. «Si era cercato di tutelare al massimo i dipendenti – conclude Fera -, considerato che si erano cercate altre strade rispetto al licenziamento ma di percorribili non ce n’erano». I primi soldi “spendibili” una volta che il concordato sarà attivato verranno destinati ai dipendenti che ancora vantano dei crediti. 

Contestualmente si cerca di capire cosa succederà alla tangenziale di Romagnano: per la sua ultimazione sono arrivati i soldi della Regione, ma a vincere l’appalto per la realizzazione della bretella era stata proprio la Lauro.

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