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Il parroco di Grignasco: diffidate da chi vi chiede soldi a mio nome

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 L’allarme lanciato dal sacerdote anche su facebook

 Tentano di truffare le persone presentandosi con il nome del parroco. E’ accaduto nei giorni scorsi a Grignasco. Degli sconosciuti si sono presentati alla porta di alcuni residenti in paese, chiedendo un aiuto economico a nome del parroco che in realtà è all’oscuro di tutto. «Questa purtroppo non è la prima volta che qualcuno chiede offerte fingendo di essere stato mandato da me o cerca di farsi dare denaro in cambio di spugne o saponette – racconta don Enrico Marcioni -. In realtà io non incarico nessuno ovviamente: queste persone che dicono di essere mandate da me raccontano solo bugie».

Nei mesi scorsi si sono già verificati episodi simili. A febbraio ad esempio un uomo e una donna si erano presentati alla porta di alcuni grignaschesi chiedendo soldi per il parroco o per un ipotetico loro figlio che vive in una comunità di recupero. «Quando anche per i lavori in chiesa è capitato di passare a raccogliere fondi mi sono presentato in prima persona – prosegue il sacerdote -. In passato e in questi giorni di nuovo, qualcuno approfittando della fiducia che si ripone, cerca di truffare le persone inventando storie assurde».

E il parroco ha utilizzato anche Facebook, la nota piazza virtuale, per avvertire la popolazione dei malintenzionati. «Penso che sia utile utilizzare anche questo mezzo per avvisare le persone – coclude il sacerdote -. Il caso è stato anche messo alla luce della nostra rete interna ecclesiastica in maniera tale che tutti i parroci siano avvisati dei possibili casi di truffa e soprattutto delle modalità con cui agiscono i malviventi all’interno delle comunità».

Informato della situazione è anche il sindaco Roberto Beatrice che commenta:  «Ho condiviso anch’io l’avviso pubblicato sulla piattaforma virtuale dal parroco, in maniera tale che magari anche i più giovani abbiano modo di avvisare le persone più anziane a stare attente. Casi del genere accadono periodicamente non solo nel nostro paese ma anche in altre realtà. Occorre stare all’erta».

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