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GALLERY: Alla Eagle Skyrunner gli specialisti della salita

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La vittoria è andata a Italo Quazzola

Tutto come previsto. E’ stato Italo Quazzola, ormai un’istituzione della corsa valsesiana, a vincere la nona edizione della Eagle Skyrunner, da Scopello all’Alpe di Mera. Il portacolori dell’Atletica Casone ha chiuso in 1h 39”16, almeno due minuti prima di tutti gli altri. Il meteo era la grande incognita di giornata, molto nuvoloso al mattino ma con rischio pioggia durante il tragitto. Nessuno dei circa cinquanta atleti al via ha visto, per fortuna, una sola goccia di pioggia, evitando rischi di scivolamento sui sentieri di montagna. Il percorso, come ha spiegato l’organizzatore Carluccio Chiara, del Gsa Valsesia, non era affatto semplice, anche per chi è allenato da tempo: partenza dal palazzetto dello sport di Scopello, tappa a Piode attraverso lo sterrato della sponda destra del Sesia, su fino a Meggiana dai ripidi tornanti della mulattiera, in vetta fino alla Cima dell’Ometto (1911 metri di altitudine), discesa fino all’arrivo della seggiovia Camparient e traguardo davanti alla chiesetta di Mera. Presente anche un servizio massaggi per evitare crampi, a cura di KeForma e NR Motory.
«Il dislivello è notevole – commentava alla partenza Chiara, – ma il tracciato è impegnativo, anche per chi, come Italo, è un atleta di livello nazionale». Dietro Quazzola sono arrivati i portacolori dei Gsa Valsesia Ivan Camurri e Mattia Bertoncini, appena 18enne e impegnato nella terza prova di maturità il giorno dopo. Tra le donne ha trionfato Claudia Cortinovi (in 2h 11”58) davanti all’intramontabile Gisella Bendotti e a Marina Pareti. «Mi sono un po’ “strizzato” a venir giù dall’Ometto – ha dichiarato Quazzola, – ho fatto forte la salita e ho preso con calma la discesa». «Fino alla salita non lo vedevo, è proprio forte – ha commentato invece Camurri -poi in discesa mi sono lanciato e sono arrivato secondo da solo».
Alla fine anche la competizione viene meno, tra una bevuta e l’altra: il bar Boschetto è rimasto aperto tutta la giornata per festeggiare in allegria, anche per chi non ha vinto. «Per chi è appassionato – conclude Carlo Chiara- correre in mezzo alla natura e alle proprie montagne è una cosa bellissima. Per questo penso che anche i giovani debbano avvicinarsi al mondo della corsa in montagna».