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Habilita Casa di Cura I Cedri ci illustra l’ipoacusia o sordità acuta improvvisa

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L’ipoacusia o sordità acuta improvvisa è una patologia che viene definita come la riduzione della percezione dell’udito comparsa acutamente, vale a dire entro le ultime 72 ore. Abbiamo chiesto al Dr. Andrea Giovanniello, Responsabile del Servizio di Medicina Iperbarica di Habilita Casa di Cura I Cedri di Fara Novarese di illustrarci questa particolare patologia e di spiegarci come la struttura di Habilita abbia allestito un servizio specifico per l’utenza.

Dr. Andrea Giovanniello, Responsabile del Servizio di Medicina Iperbarica

«Dal punto di vista clinico – spiega il Dr. Giovanniello – l’ipoacusia si manifesta come una riduzione improvvisa della percezione dell’udito e viene accompagnata da una dispercezione dei suoni soprattutto in ambienti molto affollati e può accompagnarsi a sintomi quali l’acufene (ronzio nell’orecchio) e, in alcuni
casi, alle vertigini. Viene diagnosticata sulla base di un esame audiometrico tonale eseguito dall’otorinolaringoiatra: qualora si riscontrasse una riduzione della soglia dell’udito di almeno 30 decibel su 3 frequenze acustiche consecutive di tipo neurosensoriale si può porre diagnosi di ipoacusia o sordità acuta improvvisa. A questo punto il paziente viene candidato ad un trattamento di tipo medico rappresentato dalla terapia steroidea, vale a dire una terapia cortisonica per via orale.

Quale sia la diagnosi di questa problematica in maniera specifica non è facile da stabilirsi, nel senso che la grande maggioranza delle forme di ipoacusia neurosensoriale improvvisa viene etichettata come forma di origine idiopatica: ciò significa che non è stata identificata una causa specifica, ma è forte il sospetto clinico che vi sia stata una sofferenza di tipo ischemico, con una riduzione dell’apporto di sangue adeguatamente ossigenato, alle cellule cocleari (cellule dell’orecchio interno deputate alla percezione dell’udito)».

Ci sono poi altre vie per curare l’ipoacusia?

«Ad oggi la Regione Piemonte riconosce, in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, la possibilità di trattare le forme di ipoacusia improvvisa in ossigeno terapia iperbarica soltanto qualora si dimostri la non responsività alla terapia medica. Quindi – prosegue il Dr. Giovanniello – dopo alcuni giorni di terapia cortisonica il paziente ripete il controllo audiometrico e, se il test dimostra la non risposta alla terapia, allora il soggetto è candidabile all’ossigeno terapia iperbarica come terapia di recupero. Le linee guida consigliano di eseguire 16 – 20 trattamenti di ossigeno terapia iperbarica: il numero definitivo viene stabilito in base ad un controllo audiometrico ulteriore effettuato tra la decima e la dodicesima seduta e qualora si registrasse un aumento significativo della soglia audiometrica, allora vi è margine per spingersi fino alla ventesima seduta, che oggi è il numero massimo di sedute prescrivibili per questo tipo di patologia.
In termini di diagnostica differenziale è importante che il paziente metta in atto anche un percorso che prevede un controllo strumentale come quello della Risonanza Magnetica Nucleare dell’encefalo per andare ad escludere una serie di patologie organiche che possono giustificare questo quadro sintomatologico».

È importante che anche il paziente si muova fin da subito, appena avverte i sintomi?

«È corretto sottolineare l’importanza di un’adeguata educazione anche sul paziente affinchè qualora presentasse i sintomi descritti in precedenza si rivolga da subito al medico di base. Sarà poi il curante ad effettuare una serie di esami molto semplici come l’otoscopia e un test con il diapason. Qualora avesse il sospetto di trovarsi di fronte ad una forma di riduzione acuta della soglia di udito di tipo neurosensoriale da un lato o da entrambe le orecchie è corretto che faccia partire l’iter del caso con urgenza, indirizzando il paziente verso lo specialista in otorinolaringoiatria o addirittura in Pronto Soccorso».

Quali sono i rischi nel caso si dovessero sottovalutare i sintomi di una ipoacusia?

«Il paziente spesso tende a sottovalutare queste problematiche etichettandole come i classici tappi di cerume o come forme passeggere che poi vanno a risolversi, mentre il rischio è che con il passare del tempo il danno si faccia conclamato. Il fattore tempo è un fattore determinante per iniziare la terapia il più precocemente possibile: inizialmente la terapia medica e, qualora non vi fosse risposta, la ossigeno terapia iperbarica».

Dopo quanto tempo dalla comparsa dei sintomi oggi un paziente passa alla terapia iperbarica?

«Ad oggi – conclude il Dr. Giovanniello – ci è consentito di arruolare pazienti con questo tipo di problematica in Regione Piemonte entro i tre mesi dalla data di insorgenza. Tuttavia si è dimostrato che prima questi pazienti vengono arruolati a questo tipo di trattamento, migliore è la prognosi».

In Habilita Casa di Cura I Cedri di Fara Novarese si è messo a disposizione dell’utenza un servizio particolare per questa patologia?

«Assolutamente. È stato compiuto uno sforzo importante grazie alla collaborazione di alcune figure specialistiche e di esperienza in ambito otorinolaringoiatrico e all’acquisizione di apparecchiature che consentono di mettere in atto gli esami strumentali fondamentali per la diagnosi e la verifica di questa patologia come l’esame audiometrico tonale e l’esame impedenziometrico. È quindi stato creato un percorso all’interno del quale il paziente viene gestito in ambito multidisciplinare tra medico iperbarista e otorinolaringoiatra sia nella fase iniziale, quindi di diagnostica e di indirizzo alla terapia specifica, sia nella fase di controllo e di valutazione dei risultati».

 

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