Attualità
«Una mostra fascista»: le Anpi della Valsesia contro un’iniziativa di Casa Pound
E’ bufera su un’iniziativa dedicata alla prima guerra mondiale organizzata a Borgosesia lo scorso fine settimana
Le Anpi di tutta la Valsesia vanno giù pesante: «Un uso strumentale della storia per nascondere il tentativo del gruppo neofascista di radicarsi sul territorio».
Nel mirino è la mostra “L’Italia chiamò”, presentata sabato scorso da Casa Pound e ospitata in un bar di Borgosesia: il volantino di presentazione faceva riferimento a una esposizione fotografica e a un aperitivo per raccolta fondi a sostegno di un progetto denominato “15-18 italiani in trincea”. Ma dopo qualce giorno le sezioni valsesiane dell’Associazione partigani hanno parlato di «preoccupazione e indignazione» perché «stupisce che gruppi di tal fatta, pericolosi per il tessuto democratico ed estranei alla nostra Costituzione, trovino ospitalità in un locale e sul suolo pubblico a Borgosesia, a poca distanza dalla Torre Campanaria e dai monumenti a memoria dei martiri trucidati dai nazifascisti, quei martiri che rappresentano i veri patrioti e il cui sacrificio ci ha dato libertà e democrazia».
L’analisi delle associazioni partigiane rimarca «l’uso strumentale della storia e del concetto di “Patria”. Costoro nulla sanno di storia, di cultura, di valori civili, di amore autentico di patria: la loro mostra sulla Grande Guerra, che esalta alcuni combattenti poi squadristi, copre la reale volontà di questo gruppo neofascista di radicarsi nella Valsesia, medaglia d’oro della Resistenza».
«Quei ragazzi morti nel nome della patria, tra cui mille valsesiani, meritano rispetto e un giusto ricordo – evidenziano i referenti delle Anpi -. La Grande Guerra è stata e ancora viene raccontata in questi anni da storici seri in Valsesia e illustrata da mostre serie come quelle organizzate da vari Comuni, dagli alpini e da altri. Per ricordare chi è caduto per salvare l’Italia da dittature e guerre, invitiamo i cittadini a partecipare alla commemorazione del 22 dicembre alla Torre campanaria a Borgosesia».
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