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De Dominici vince la sfida col virus. “Ho riscoperto le cose importanti della vita”
De Dominici vince la sfida col virus: «E intanto ho riscoperto le cose importanti della vita».
De Dominici vince la sfida col virus
Dopo 28 giorni di ricovero in ospedale a Vercelli per il Covid-19 Gian Paolo De Dominici rivede la luce. Non c’è ancora la data di dimissione, ma i due tamponi sono negativi e il problema ai polmoni sembra ormai superato. «Spero di tornare a casa per il 4 maggio, giorno del mio compleanno, ma non voglio affrettare i tempi», confida.
Dopo 28 giorni si inizia a vedere la fine del tunnel?
È da un giorno e mezzo che respiro senza problemi. Sono entrato in ospedale a marzo per il Covid-19, le cure hanno funzionato e dieci giorni fa i tamponi erano negativi. Poi è subentrata la polmonite bilaterale conseguenza del Covid che lascia una sorta colla sugli alveoli e quindi non respiri più. Sono stato trattato con ossigeno e cortisone. Martedì è stata la prima notte tranquilla.
Previsioni di rientro in Valsesia?
Spero per il 4 maggio. Ma quando arriverò a Rossa me ne starò ancora un po’ appartato per mio conto per evitare ricadute o altro.
Quando è iniziato questo incubo?
I primi sintomi li ho avuti il 26 marzo, avevo un po’ di febbre e dolore alla schiena. Ho chiamato il medico e mi ha dato una serie di farmaci. Non ero neppure preoccupato. Mi sono isolato in casa. Dopo una settimana la situazione peggiorava. e poi continuavo a tossire. Da lì mi sono preoccupato. Ho chiamato il 118 e sono venuti a prendermi. Mi hanno portato a Borgosesia, avevo 68 di saturazione. Poi mi hanno rimesso sull’ambulanza e con le sirene siamo andati a Vercelli. Lì un po’ mi sono davvero preoccupato.
Una volta a Vercelli, come è andata?
Ho fatto tutto il ricovero il 3 aprile che era venerdì. Sono stato un giorno e una notte al pronto soccorso con il casco e c’è da impazzire. poi in terapia intensiva. Quindi le cure hanno dato una buona risposta e sono passato in sub intensiva e ora malattie infettive al quarto piano. Tutti i passaggi sono stati caratterizzati da grande professionalità e umanità da parte del personale medico e infermieristico.
Su Facebook però sei stato sempre attivo.
E meno male che ci sono i telefonini. Almeno ti tieni in contatto con il mondo. Tutti i messaggi degli amici mi hanno fatto davvero piacere. Ho riscoperto persone che non vedevo da tempo o rapporti che erano un po’ sopiti. Tutti mi hanno aiutato a superare questi momenti.
E poi ci sono stati gli scambi di battute con l’ex consigliere regionale Gabriele Molinari.
Ogni tanto un post divertente ci sta. Con Gabriele Molinari abbiamo fatto politica insieme, è un amico fraterno. Anche in consiglio regionale abbiamo avuto un bel rapporto. Quando è ora di sdrammatizzare lui c’è.
Dopo aver superato il Covid però sono sorti i problemi polmonari.
Pensavo di avercela ormai fatta. Quando ti dicono che sei guarito allora inizi a farti delle belle idee, poi quando ti dicono che hai i polmoni in palla il morale va giù. Alla fine meglio curarmi fino in fondo che avere una ricaduta più avanti a casa.
C’è un episodio che ti porterai nel cuore?
La telefonata del mio compagno di camera che ha un po’ più di anni più di me. Ho assistito a una telefonata struggente con la moglie, anche lei ricoverata per Covid-19 però a Novara. Non si sentivano da settimane.
Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Ti permette di riordinare la gerarchia dei valori sulla vita. Ti aiuta a mettere in fila le cose e dare importanza a quelle meno rilevanti. È sicuramente un insegnamento che mi porterò dietro dopo quanto successo, oltre alla grande professionalità dei medici.
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