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Varallo, oggi si dedica una via al poeta “Varchiggiu”

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Oggi pomeriggio a Varallo raccolta della legna e dedica di una strada al poeta “Varchiggiu”

Il “lunedì grasso” sarà festeggiato oggi pomeriggio a Varallo con la “Raccolta della legna”, la tradizionale e antichissima passeggiata fino alla frazione Crevola, dove verrà recuperata la legna per la cottura della paniccia di domani. Si parte alle 14.30 da ponte Antonini, e dopo numerose tappe arriverà infine in piazza San Carlo dove verrà distribuita la tanto attesa “micca ‘nsucràa”. Alle 15 a Crevola il Comune inaugurerà la via del Bocciodromo, dedicandola al poeta dialettale Varchiggiu.

Chi era il Varchiggiu? Maurizio Chiocca, per tutti il “Varchiggiu”, è stato uno dei più apprezzati poeti valsesiani del secolo scorso e un personaggio della vecchia Varallo da ricordare. Per questo l’amministrazione comunale ha deciso di intitolargli la strada. Nato nel 1916 e morto il 2 gennaio 1988, nell’arco di vent’anni Chiocca compose le canzoni per la paniccia di Crevola. Appartenente a una delle vecchie famiglie di Varallo e di Crevola, una famiglia di falegnami e di agricoltori, Chiocca trascorse la fanciullezza nella frazione dove frequentò la scuola elementare fino alla quinta: gli piaceva raccontare di aver ripetuto diverse classi, non perché fosse stato bocciato ma per poter mantenere alla scuola il numero di allievi richiesto per evitarne la chiusura. Fece poi l’apprendista nella vecchia tipografia Testa di Varallo, che allora stampava la “Gazzetta della Valsesia”. Furono questi gli anni in cui si sviluppò l’ispirazione poetica e artistica di Chiocca.

Finché un giorno acquistò a Varallo, in un piccolo negozio di rigatteria che sorgeva a due passi dal laboratorio Barolo, di proprietà di un vecchietto che vendeva un po’ di tutto, un “varchiggiu”, che in dialetto valsesiano è sinonimo di meccanismo un po’ strano e complicato. Era una vecchia fisarmonica a quattro bassi e dieci voci, che da quel momento non lasciò più: per le vie di Varallo, nelle vecchie osterie, nelle feste dei coscritti, nei giorni di carnevale, Chiocca e il suo “varchiggiu” furono un tutt’uno. Da lì il suo curioso quanto indimenticato nome d’arte.

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