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Borgosesia, la Lauro ha richiesto il concordato preventivo

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«Con i primi liquidi che entreranno saranno saldati i dipendenti»

 Dopo che anche gli ultimi due cantieri si sono bloccati e i dipendenti sono stati quasi tutti licenziati, la Lauro Spa di Borgosesia ha presentato richiesta lo scorso 18 luglio di concordato preventivo. 

«E’ per questo che al momento ai lavoratori non sono ancora stati pagati lo stipendio di giugno, la prima parte del tfr e la “buona uscita” – spiega Giovanni Fera, sindacalista Cgil -. E’ però chiaro che i primi liquidi che entreranno nelle casse della Lauro saranno riservati ai dipendenti».

Al momento del licenziamento i dipendenti avevano firmato un accordo secondo il quale i debiti dell’azienda sarebbero stati saldati entro il 15 luglio, poi però è intervenuta la richiesta di concordato preventivo e i “piani” sono saltati. Il che ha fatto arrabbiare diversi dipendenti, che sono andati a protestare davanti alla ditta che per decenni si è occupata della costruzione di opere pubbliche.

«I lavoratori sono stati tutelati il più possibile dal sindacato – prosegue Fera -; gli accordi prevedono che se i cantieri ripartiranno dovranno essere assunti gli operai che sono stati licenziati. E non se riprenderanno entro i sei mesi, come previsto per legge, ma entro un anno e mezzo. Con la ditta abbiamo vagliato ogni possibilità pur di non arrivare al licenziamento, ma purtroppo non era attivabile alcun ammortizzatore sociale se non la mobilità».

Anche a proposito della mobilità i dipendenti hanno avuto da ridire, per i ritardi nell’attivazione. In questo caso però le motivazioni sono da ricercare in una serie di disguidi verificatisi con la sede Inps. «I lavoratori hanno diritto alla “Naspi” – prosegue Fera -, che è ancora migliorativa rispetto alla mobilità perchè prevede due anni di sostegno al reddito. Per un errore i lavoratori si sono visti respingere la Naspi, avevamo anche chiesto un incontro con l’Inps, poi il disguido è stato chiarito e il problema è rientrato. Ad ogni modo la speranza è che i cantieri possano riprendere a lavorare e in quel caso, anche se nel frattempo venisse approvato, il concordato potrebbe essere ritirato. In caso contrario con l’accordo sottoscritto all’atto del licenziamento abbiamo già precisato la situazione creditoria di ogni lavoratore, un lavoro già fatto quindi in vista del concordato».

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