Seguici su

Attualità

Alleanza tra Valsesia e Trentino per salvare i punti nascite

Pubblicato

il

Il portavoce del ”Comitato di rinascita della sanità” Daniele Baglione ha firmato in val di Fiemme un documento per superare il limite minimo di 500 parti all’anno

Qualche giorno fa il “Comitato di rinascita della sanità” ha firmato in val di Fiemme un patto per salvare i punti nascita dei territori montani, che per ovvie ragioni non sempre riescono a raggiungere la soglia minima dei 500 parti richiesta da Roma per restare aperti. Spiega il sindaco di Gattinara Daniele Baglione, portavoce e fondatore del Comitato: «Come annunciato ho incontrato il presidente dell’associazione “Parto per Fiemme”, il sindaco di Cavalese e il presidente della locale Comunità territoriale per siglare il “Patto nazionale a difesa dei punti nascite. Cavalese, in Trentino, è infatti l’apripista della battaglia che si combatte a livello nazionale per il superamento dell’assurda regola, posta dal ministero, del limite minimo di 500 parti per punto nascite».

Qui il primo cittadino gattinarese ha stretto un patto comune, che si estende ad altri territori sparsi in tutto il Paese, «per fare pressione su base nazionale affinché territori simili che nascono svantaggiati per la loro conformità ma che possono offrire servizi che i grandi centri ospedalieri di città si sognano, siano tutelati proprio perché speciali – dice ancora Baglione -. Nonostante Cavalese sia in una Regione a Statuto speciale, infatti, i problemi che hanno loro sono gli stessi che abbiamo noi; facendo fronte comune siamo più forti e possiamo spingere la politica nazionale a interessarsi dei nostri territori che hanno le stesse debolezze, ma soprattutto, gli stessi punti di forza».

Per potenziare il punto nascite, il Comitato si sta muovendo su tre direzioni: «Il punto di partenza è un dialogo costante con la direzione generale e con i professionisti d’eccellenza che lavorano all’interno del reparto valsesiano: con loro stiamo sviluppando progetti innovativi che ci consentiranno di diventare una realtà unica a livello piemontese e nazionale. Sul tema, oltre alla partoanalgesia, stiamo lavorando al “Parto a Km 0” e a “Un’ostetrica per amica”, due progetti per accompagnare, coccolandole, le future mamme nella loro esperienza. C’è poi la necessità di fare fronte comune con altri territori come quello valsesiano per far sentire la nostra voce al ministeri; infine serve sviluppare incentivi di vario tipo per attrarre nuovi medici nelle nostre strutture ospedaliere. Con alcune associazioni territoriali stiamo lavorando per finanziare borse di studio ad hoc per chi deciderà di svolgere la propria professione nell’ospedale valsesiano e abbiamo già preso contatti con alcuni professionisti potenzialmente interessati a partecipare ai concorsi che si stanno bandendo».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook