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Niente impresa da 200 km per Andrea Tameo: costretto a rinunciare per una gamba dolorante

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Niente impresa da 200 km per Andrea Tameo. L’ultratrailer di Alagna non ha potuto firmare l’impresa da 200 chilometri a causa di un dolore alla gamba.

Niente impresa da 200 km per Andrea Tameo

Un dolore alla gamba proprio mentre stava scendendo dal Colle d’Egua ha fermato l’impresa di Andrea Tameo. L’ultratrailer di Alagna aveva come obiettivo quello di collegare Alagna con il Mottarone in bici per poi tornare nel borgo Walser lungo i sentieri e da lì salire alla Capanna Margherita. Il tutto per circa 200 chilometri di percorso.

Da Alagna al Mottarone

Sabato 7 agosto intorno alle 23 come da programma Tameo è partito dallo Chalet di Alagna in bicicletta diretto verso il Mottarone. «Sono partito subito dopo i temporali – spiega -. Le strade erano bagnate e sporche. Nonostante questo ho superato la Colma e il Mottarone con ottimi tempi, purtroppo gli ultimi chilometri li ho fatti con una ruota frenata, un pattino del freno si era incantato sul cerchio della bici»

Tameo prosegue: «Forse è stato il primo errore. La parte in bicicletta di notte è veramente impegnativa e non l’avevo preparata come si deve. Devo ringraziare Alberto di AcquadroDue che mi ha seguito con l’auto per quattro ore di assistenza».

Sul Mottarone di corsa

Una volta giunto al Mottarone è partita la fase di corsa. «Purtroppo lungo il sentiero l’erba era alta e le nuvole basse, durante un pezzo di sentiero scendendo dalla Vertical ho messo male un piede, ho sentito un fastidio alla coscia ma non ho dato peso».

Il dolore insopportabile al Colle d’Egua

È riuscito ad arrivare in piena notte alla salita a Campello Monti. «Non avevo previsto l’assistenza a Rimella e Fobello – aggiunge -. Ho fatto trenta chilometri a piedi da solo con il male che si faceva sentire. Non avevo con me nulla che mi facesse passare il dolore. Nella salita da Fobello al Colle d’Egua il male alla gamba era ancora più forte, non riuscivo più a stendere la gamba sinistra, impossibile continuare».

Lo stop “forzato”

A quel punto ha deciso di fermarsi. «Sia di testa che a livello fisico stavo bene, ma avevo la gamba bloccata. Ho pensato anche di arrivare almeno fino ad Alagna, ma non riuscivo davvero a utilizzare la gamba. Federico Corona è venuto giù a prendermi e ci ho messo tre ore a scendere dal colle, quando di solito ci metto mezz’ora».

Ora Tameo pensa a ripartire. «Dopo la rabbia e l’amarezza ho imparato dai miei errori. E sicuramente tenterò il prossimo anno. Preparerò molto meglio la parte di assistenza, lì ho pagato sul percorso».

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