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Rigetto dopo trapianto: basta un prelievo per scoprirlo
Rigetto dopo trapianto di cuore: un fenomeno che va affrontato con terapie specifiche. Gli studiosi della Città della Salute di Torino hanno messo a punto un sistema per individuarlo tramite un semplice prelievo del sangue.
Rigetto dopo trapianto di cuore
Un semplice prelievo del sangue per riconoscere episodi di rigetto nei pazienti che hanno subito un trapianto di cuore. Grazie a una scoperta della Città della Salute di Torino, questo metodo potrebbe essere usato al posto della più complicata biopsia endomiocardica. La ricerca, condotta su trenta trapiantati, è stata pubblicata sul “Journal of Heart and Lung Transplantation”, prestigiosa rivista di settore sul tema.
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Il meccanismo
«Il dna non si trova soltanto dentro le cellule, ma può essere presente in piccoli frammenti anche nel sangue – spiega Silvia Deaglio, genetista dell’Università di Torino e medico del Servizio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti dell’ospedale Molinette – Nella nostra ricerca abbiamo applicato le tecnologie di analisi del dna libero circolante alla medicina dei trapianti, dimostrando che l’aumento del dna derivato dall’organo trapiantato nel sangue del ricevente è un biomarcatore specifico di rigetto. Il suo aumento è infatti correlato al danno delle cellule del trapianto, causato dalla risposta immunitaria del rigetto».
La collaborazione
Lo studio è stato elaborato grazie alla collaborazione di tre strutture dell’ospedale Molinette di Torino: il Centro Trapianti di cuore diretto dal professor Mauro Rinaldi, il Servizio di Anatomia patologica diretto dal professor Mauro Papotti e il Servizio di Immunogenetica diretto dal professor Antonio Amoroso.
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