Cronaca
Coggiola vandalo taglia in due castagno storico. Un avvertimento?
Coggiola vandalo taglia un esemplare di castagno marrone della Valsusa: «Non è stato un gesto casuale».
Coggiola vandalo se la prende con una pianta
Dieci anni di lavoro buttati al vento per un dispetto. Enrico Covolo nei boschi di Coggiola ha saputo recuperare terreno che nessuno utilizzava più, e anche lanciare progetti importanti coltivando per esempio lo zafferano, ma anche piante uniche nel loro genere. Proprio come il marrone della Valsusa (un particolare tipo di castagno) che qualcuno ha deciso di tagliare con tanta accuratezza. Il marrone non è una pianta qualunque: è dal 1200, quindi Medioevo, che questa qualità di alberi è coltivata e curata. Covolo ha voluto rendere pubblico questo scempio sui social. Il taglio risale a circa due o tre settimane fa. «Avevo trovato questo Marrone da un vivaista dopo un bel po’ di ricerca – racconta -. Era un bellissimo albero e da pochi anni aveva iniziato a produrre. Avrei dovuto andare a pulire il posto da felci e altre erbacce, però non ho avuto tempo».
La spiacevole scoperta
Quando si è recato nel suo appezzamento di terreno in località Prà di Tappe ha fatto l’amara scoperta. «E’ un posto dove non si può mai passare per caso ed è anche di difficile accesso – riprende -. Qualcuno lo ha inciso con una sega per poi tirarlo e strapparlo». Insomma, un gesto pianificato e deliberato. Covolo prende questo gesto quasi come un avvertimento: «Arreca fastidio che io mi occupi in modo massiccio e concreto di recupero del nostro territorio? Dà fastidio a qualcuno che io lo faccia con successo? E il meglio che possono fare è arrecarmi danni? Ritengo questa persona un povero sfigato, la mia vita invece è e sarà piena di soddisfazioni». L’agricoltore coggiolese non ha dubbi che si tratti di qualcuno del posto che conosce bene la sua attività e la sua passione.
Un gesto deliberato
«Il taglio è stato fatto poco sopra la protezione con rete metallica intorno al tronco con funzione anti-caprioli – spiega – Dell’albero è rimasto il ceppo alto 130-140 centimetri da cui, l’anno prossimo, ripartiranno rami». Covolo è sicuro che si tratti di un dispetto: «Non è stata tagliata una pianta a caso: lì intorno ve ne sono tantissime, grandi, medie, piccole, piccolissime… è stata tagliata l’unica che mostrava evidenti segni di “gestione”». Non si tratta però solo di un albero tagliato: «Il problema è che quello non è “solo” un castagno, quello è frutto di mie ricerche varietali, di bonifica di terreni, di recupero del nostro territorio, di dimostrazione pratica e concreta che anche qui possono venire fatte cose in ambito agricolo che permettono la creazione di un piccolo giro di economia, che portano un po’ di fama al paese, che destano curiosità e interesse».
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