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Cronaca

Investito e ucciso nel tunnel senza luce, ora la famiglia chiede i danni

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Romagnano, avrà uno strascico legale il tragico incidente del 27 marzo 2014

Era il 27 marzo 2014 quando Marco Brustia, 76enne di Romagnano, veniva investito e ucciso mentre percorreva con la sua bicicletta il tunnel della nuova tangenziale. Un tunnel che da due mesi era buio a causa di un guasto all’impianto. Ed è in forza di questo che ora la famiglia ha deciso di citare la Provincia di Novara e chiedere i danni.

«Quello che è accaduto al povero Brustia – affermano i legali della famiglia, Simona Bussi e Leonardo Croso – poteva succedere anche ad altre persone. La Provincia è stata poco diligente: avrebbe dovuto prendere delle precauzioni, tra l’altro di modesto costo, che avrebbero potuto impedire questo evento luttuoso. In particolare l’ente avrebbe dovuto apporre la segnaletica ai due ingressi della galleria, inerente il divieto di transito per le biciclette. Non è stata adeguatamente ponderata la situazione da parte di soggetti che rappresentano i cittadini. E così poche migliaia di euro sono costate una vita umana».

Il tunnel, lungo 660 metri, era completamente al buio da due mesi, quando uno sbalzo di tensione aveva fatto saltare la centralina elettrica. La Provincia, a corto di risorse per provvedere alla riparazione, si era limitata a posizionare cartelli d’avviso agli imbocchi e ad abbassare da 70 a 50 chilometri orari il limite di velocità. Palazzo Natta aveva reperito 12.500 euro per un primo intervento di riparazione, che era stato affidato due giorni prima dell’incidente e doveva essere eseguito la settimana successiva. I lavori si rivelarono insufficienti, tanto che alla fine del 2015 furono stanziati altri 50.933 euro per sostituire tra l’altro le batterie del gruppo di continuità.

La prima udienza in tribunale a Novara sarà il 27 aprile. La Provincia ha nominato come difensore Alfredo Monteverde, legale dell’assicurazione. «Purtroppo con la Provincia non è stato possibile trovare un accordo – concludono gli avvocati – e così siamo stati costretti a fare causa».

Non si sbilanciano invece sul risarcimento richiesto dalla famiglia di Marco Brustia: «Si terrà conto anche del danno morale. Quello che fa specie, anche in altri casi, è come le misure precauzionali vengano adottate solo dopo un evento luttuoso, nonostante ci siano precise normative. Le amministrazioni pubbliche spesso si trincerano dietro la spending review, quando in realtà a volte basterebbero misure di basso impatto economico per salvare vite umane».

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